Neurologi e ricercatori insieme per Sclerosi Multipla e CCSVI

Dott. Cacciaguerra del Cannizzaro di Catania

Dott. Cacciaguerra del Cannizzaro di Catania

Qual è il rapporto tra Sclerosi Multipla e CCSVI? Queste due patologie sono davvero collegate come ha affermato il dott. Zamboni quattro anni e mezzo fa presentando, con la sua scoperta, anche una sorta di chiave di Volta? La Sclerosi Multipla è una malattia cronica, progressiva, di cui si sconosce ancora l’eziologia, che attacca il sistema nervoso centrale causando vari tipi di effetti e sintomatologie causati dalla perdita della mielina, che protegge il nervo, prima e dal danneggiamento vero e proprio del nervo, poi. È stata considerata fino ad ora una patologia autoimmune anche se la prova scientifica non c’è mai stata. La CCSVI (insufficienza venosa cronica cerebrospinale) è una patologia emodinamica – individuata dal dott. Paolo Zamboni quattro anni e mezzo fa – che interessa le vene cervicali e toraciche (giugulari e azigos su tutte) grazie alla presenza di restringimenti e malformazioni che impediscono un corretto deflusso del sangue dal cervello al cuore. Malformazioni genetiche che si sviluppano tra il quarto e il quinto mese di vita del feto.
La Sclerosi è stata sempre curata con metodi farmacologici molto costosi e sotto il diretto controllo dei neurologi. Nessun farmaco serve, invece, per la CCSVI sulla quale si interviene con un’indagine doppler e/o radiologica specifica e una venoplastica (eseguibile anche in day hospital). E proprio la venoplastica – che risponde al nome di “PTA” – è stata l’oggetto dell’intervento del Prof. Veroux del Policlinico di Catania.

Roberta Amadeo presidente Aism

Roberta Amadeo presidente Aism

Eppure la PTA non è il punto d’arrivo. Adesso è la ricerca che sta muovendo il mondo della CCSVI – a livello locale e internazionale – soprattutto per capire se le due patologie sono in qualche modo connesse a dispetto delle certezze che, fino ad oggi, hanno tenuto distanti neurologi e Aism da radiologi e associazioni di categoria.
E c’è di più. Visto che in qualche modo potremmo dire che la Sclerosi “ama” le donne e che i due terzi dei malati sono di sesso femminile. Ma purtroppo anche il numero degli uomini è in aumento per questa patologia che manifesta i suoi sintomi per lo più tra i 18 e i 40 anni ma che però non tralascia neanche i bambini.
In Italia la percentuale maggiore di malati sono in Sardegna e questo in assoluta controtendenza con i dati europei che individuano questa patologia più presente nei Paesi in cui c’è una minore esposizione al sole. Ed ecco perché nel mondo è il Canada il paese con il maggior numero di malati. La Sicilia sembra rientrare nella media, anche se non esiste – ad oggi – un registro nazionale  eppure il prof. Patti del Policlinico di Catania nel suo intervento ha sottolineato che nel capoluogo etneo, negli ultimi anni si è rilevata una maggiore incidenza.
Di questo e altro si è parlato al convegno “Sclerosi Multipla: quale futuro?” organizzato domenica 2 marzo 2014 dall’AIC (Associazione Italiana CCSVI) Catania ed Associazione CCSVI e SM Lombardia presso l’Hotel Orizzonte di Acireale. Un evento che ha visto, per la prima volta, seduti allo stesso tavolo ricercatori, neurologi, radiologi, angiologi, fisiatri e la presidente nazionale Aism, la dott.ssa Amadeo, con l’obiettivo comune, e dichiarato, di migliorare la qualità della vita dei malati. Non è un caso che il convegno si sia svolto in provincia di Catania visto che il capoluogo etneo è un polo d’eccellenza (con tre centri pubblici e uno privato) nel campo della CCSVI.
Due di questi (Policlinico e Cannizzaro) fanno parte della sperimentazione Brave Dreams del prof. Zamboni che ha come obiettivo quello di verificare l’efficacia e la sicurezza della procedura di venoplastica per il trattamento della CCSVI. Proprio di questo hanno parlato, e illustrato con video e foto, il team del Cannizzaro guidato dal dott. Lomeo (che ha moderato il convegno), composto da il dott. Cacciaguerra, il dott. Scolari e la dott.ssa Valvo, descrivendo i benefici – a volte anche immediati – che i pazienti hanno riportato dopo l’intervento di resezione di un piccolo muscolo atrofizzato che insiste sulla giugulare. Trenta i pazienti trattati. 27 quelli che hanno risposto in modo positivo e quasi immediato. In tre non sono state riscontrate differenze, ma presentavano una contrazione da entrambi i lati.

La sala e al centro in piedi il prof. Nicoletti

La sala e al centro in piedi il prof. Nicoletti

Il dott. Arata della Sinergy Heaths Concepts della California ha illustrato i risultati del suo metodo che gli permette di ottenere percentuali simili “pallonando” (cioè allargando) le vene principali che drenano il sangue dal cervello per il loro probabile collegamento con il nervo vago. Un metodo che le “allarga” tutte a prescindere dal fatto che presentino o meno stenosi di qualunque natura.
«Un appuntamento che è servito a capire – ha dichiarato Matteo Scibilia presidente di AIC – che esistono diverse possibilità di trattamento dei sintomi della Sclerosi multipla nonostante l’inesistenza di una cura. Ci auguriamo che questo possa configurarsi come il primo passo verso un cammino congiunto che i diversi specialisti possono fare per continuare nella ricerca e verificare se esiste un filo comune che unisca, in qualche modo, queste diverse procedure».

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