Caos Asili nido: niente stipendi e pochi bimbi infiammano la protesta. L’ass. Trojano assicura: “Il Comune pagherà anche senza il Durc”

Un asilo occupatoLa grana degli asili nidi non si è risolta, anzi è peggiorata. Dopo le polemiche sorte nel momento in cui si sono varati nuovo regolamento e nuove tariffe, da alcuni giorni sono state occupate sette strutture sulle 14 esistenti in città. In stato di agitazione tutte le 96 lavoratrici delle tre cooperative appaltatrici perché non ricevono lo stipendio da mesi. In realtà, all’interno di questa problematica, le lavoratrici di due cooperative non lo percepiscono da 8 mesi, quelle della terza solo da 2 mesi. La motivazioni di questa difformità dipendono da alcuni mancati adempimenti da parte delle due cooperative. Diminuito il numero dei bambini
Il problema di fondo, però, è che il numero dei bambini iscritti sembra essere drasticamente diminuito.
«Le lavoratrici – ha dichiarato la portavoce Giusy Mavilla – hanno proclamato lo stato di occupazione per attirare l’attenzione dell’amministrazione comunale e dell’opinione pubblica sulla situazione di emergenza che stanno vivendo gli asili nido e chi vi lavora. Non ci sono bambini iscritti a causa delle rette troppo alte e le lavoratrici ausiliarie non percepiscono stipendio da ottobre pur non avendo mai smesso di lavorare per garantire un servizio di assoluta qualità».

 

Uno degli asili nido occupati dalle lavoratrici

Uno degli asili nido occupati dalle lavoratrici

«La nostra protesta in difesa del posto di lavoro e per il pagamento degli stipendi arretrati – ha aggiunto Mavilla – non può essere separata da quella per un abbassamento delle rette, per l’ingresso di nuovi bambini e per il salvataggio degli asili. Siamo consapevoli che lavoriamo in funzione dei bambini iscritti. Con rette così alte e quindi con pochi bambini non vi sarà nessuna garanzia per il nostro futuro occupazionale». Nello scorso mese di gennaio, Matteo Iannitti di Catania Bene Comune, aveva parlato di «Una riforma che porterà nel breve periodo all’espulsione delle famiglie meno abbienti a causa dei costi elevati delle rette». E dagli attuali numeri sembra che avesse ragione. In totale ci sono 269 bambini divisi in 14 asili a fronte dei 740 previsti dall’amministrazione comunale. «Un numero scandalosamente lontano dagli obiettivi annunciati dall’Assessore che rischia di far collassare l’intero servizio asili nido», secondo Catania Bene Comune.

La protesta di Matteo Iannitti
«Siamo di fronte – dice Iannitti – al totale fallimento della riforma degli asili nido adottata dalla Giunta Bianco, redatta dall’Assessore Trojano e approvata dal consiglio comunale. Le rette troppo alte hanno svuotato gli asili nido, stanno privando centinaia di famiglie catanesi di un diritto fondamentale e stanno mettendo in pericolo decine di posti di lavoro».
L’assessore ai Servizi Sociali del comune di Catania, Fiorentino Trojano, risponde che tutto ciò non esatto.
La risposta dell’assessore Trojano
«Catania Bene Comune – dice Trojano – sa che negli gli asili nido ci sono 308 bambini e abbiamo altre 116 domande relative a fasce di reddito basse, ma continua a giocare allo sfascio eppure sa che l’attuale Amministrazione ha ribaltato le scelte della precedente Giunta che aveva chiuso gli Asili. Iannitti sa che il progetto da noi avviato ha l’obiettivo fornire un servizio differenziato per i bimbi da 0 a tre anni perché, specie con il Piano di rientro che abbiamo ereditato, è obbligatorio recuperare il 36% delle spese e non è più possibile attuare il sistema a fasce di un tempo».
«Catania Bene Comune – conclude Trojano – tutte queste cose le sa bene. Ci chiediamo il perché di questo inutile panico. Il risultato del fango inutilmente gettato sugli asili nido comunali da Catania, peraltro, è quello che le fasce medio alte li disertano. Eppure gli Asili offrono un servizio di altissima qualità che stiamo ulteriormente accrescendo attraverso collaborazioni con la neuropsichiatria infantile dell’Asp e il sindacato dei pediatri. Intanto l’Amministrazione sta valutando se e come è possibile accogliere le cento domande arrivate da famiglie con basso reddito».
L’idea del consigliere Lanzafame
Ci sfugge qualcosa di sicuro. Se gli asili hanno meno iscritti (269) di quelli previsti (740) perché deve valutare “se e come è possibile accogliere le domande”? Secondo quanto affermato da Agatino Lanzafame (Per Bianco per Catania) l’estensione delle tariffe agevolate non produrrebbe alcun aggravio dei costi a carico per l’amministrazione, quindi si dovrebbe poter procedere all’accoglimento delle domande.
Riguardo ai pagamenti, l’assessore Trojano ha specificato che stanno aspettando “una conferma sul Durc dall’Inps per procedere al saldo delle spettanze delle cooperative, altrimenti potremo operare in via sostitutiva pagando i lavoratori”

Vuoi lasciare un commento?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *