Testa di Medusa. Un ménage a trois per risvegliare la vena poetica al teatro Musco

Magistro, Romania, Spigarelli, Tarci, Russo

Da sinistra Miko Magistro, Giampaolo Romania, Olivia Spigarelli, Riccardo Maria Tarci, Francesco Russo

Una bella prova quella Miko Magistro, Olivia Spigarelli, Giampaolo Romania, Riccardo Maria Tarci, per la regia di Ezio Donato nella nuova produzione del Teatro Stabile di Catania “Testa di Medusa: quando l’ispirazione artistica richiede un ménage à trois” che è andata in scena al Teatro Musco dal 25 al 30 marzo all’interno del cartellone “L’Isola del teatro”.
Un adulterio – servito in salsa comica – che ha un fine ben più “alto” dell’appagamento dei sensi: risvegliare, con esiti ancora più esilaranti, l’ispirazione artistica del marito scrittore. Scritta nel 1951 da Boris Vian è stata riproposta con un nuovo allestimento, a cura dello Stabile, che ha sortito l’effetto sperato. Bravi Miko Magistro e Olivia Spigarelli che impersonano la coppia protagonista ma non meno lo sono stati anche Giampaolo Romania e Riccardo Maria Tarci, il primo nel ruolo del nuovo corteggiatore di lei, il secondo nei panni dell’amante (ancora) in carica. Cast completato da Francesco Russo, nelle vesti dello sprovveduto autista. Le scene sono realizzate da Giovanna Giorgianni, i costumi da Dora Argento, le musiche da Carmen Failla, le luci da Franco Buzzanca. La commedia azzera in maniera irriverente e divertita le tradizionali differenze di genere fra teatro leggero, di puro intrattenimento, e teatro sociale e quindi impegnato, commedia e tragedia, come in quegli stessi anni faceva già Ionesco con il suo teatro dell’assurdo e così pure gli intellettuali appartenenti, al pari dello stesso Vian, all’Accademia Patafisica.

Miko Magistro e Olivia Spigarelli

Miko Magistro e Olivia Spigarelli

All’apparenza leggera, Testa di Medusa cerca in realtà di trasmettere un messaggio fondamentale: mentre gli esseri umani sono impegnati nella risoluzione dei loro tragicomici problemi sentimentali, il mondo esterno continua ad andare inesorabilmente avanti, fino a quando le due realtà non arrivano ad essere attraversate l’una dall’altra. Basta una radio, come accade all’inizio della pièce, che tra una canzone e l’altra annuncia, tramite la voce di Charles De Gaulle, l’invasione militare dell’Algeria, che in quegli anni si ribellava al dominio coloniale francese, per ricucire la frattura tra pubblico e privato.
Spettatori visibilmente soddisfatti che hanno manifestato il loro gradimento con sonore risate e scroscianti applausi, segno che la dissacrante commedia di Vian è ancora attualissima ma anche che attori e regista sono riusciti a cogliere nel segno.

 

Vuoi lasciare un commento?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *