Camera di Commercio. La guerra continua. Domani Confcommercio sostituirà i dimissionari e poi farà ricorso. Come reagirà l’assessore Vancheri?

Riccardo Galimberti presidente di Confcommercio Catania

Riccardo Galimberti presidente di Confcommercio Catania

“Verranno comunicate domani all’assessorato regionale le nomine di sostituzione dei consiglieri camerali, perché lo riteniamo un atto dovuto – ha affermato Riccardo Galimberti presidente di Confcommercio Catania – e anche perché se no saremmo esclusi, ma procederemo al ricorso perché riteniamo che la nostra richiesta di riequilibrio non è stata raggiunta e quindi chiediamo lo scioglimento del consiglio perché riteniamo mortificata la nostra rappresentatività”.

Il 14 aprile 2014 i 12 consiglieri camerali – espressione di Fedarcom, Confcommercio, Confersercenti, Coldiretti e Cidec a cui hanno aderito anche Cia e Confagricoltura pur non avendo rappresentanti in consiglio per cavilli burocratici – si erano dimessi a pochissime ore dalla riunione che doveva eleggere il presidente della Camera di Commercio di Catania. Subito dopo, la guerra era scoppiata davvero a colpi di accuse, conferenze e comunicati stampa. Due le squadre contrapposte, guidate da una parte da Confcommercio e dall’altra da Confindustria.

La notizia delle dimissioni era stata mandata all’assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri, e da lei si aspettava una risposta in merito alle sorti del consiglio. Il dubbio era tra lo scioglimento del Consiglio, sulla falsa riga di quanto successo alla Camera di Commercio di Ragusa, o la richiesta di sostituzione delle nomine. La risposta dall’assessorato regionale, arrivata pochi giorni dopo (24 aprile circa, nda), ha dato seguito alla seconda possibilità. E così con una comunicazione inviata alla “cordata” Confcommercio e per conoscenza anche alla Camera di Commercio, è stato richiesto di procedere con la sostituzione dei dimissionari entro 30 giorni dalla data di notifica.

Alfio Pagliaro segretario CCIAA Catania“Una volta fatte le nuove nomine – ci ha detto il segretario della CCIAA Pagliaro – l’assessorato procederà alle verifiche per evitare la sussistenza di motivi ostativi alla carica. Ci vorranno una quindicina di giorni ed entro fine giugno potrebbe essere emanato il decreto di nomina. Quindi si procederà con insediamento, approvazione verbali e poi l’elezione del presidente. Se è così a inizi luglio potremmo avere il nuovo presidente. Ma se le sigle dei dimissionari manterranno ferme le loro posizioni di aprile, tornerà tutto in ballo e si ricomincerà. E non si sa come reagirà la Vancheri”.

Nel frattempo alla Camera di Commercio di Catania dai primissimi giorni di aprile è arrivato un nuovo commissario ad acta, Alessandro Ferrara, nominato a tempo dalla Regione proprio, e solo, per gestire il “nodo” elezioni del presidente. Ad ora sembra, però, che nessuno in Camera di Commercio l’abbia visto o sappia chi è.

02 B Foto - Il Palazzo della Camera di CommercioUn’altra novità in questi ultimi giorni è arrivata da Matteo Renzi e potrebbe cambiare le sorti delle Camere di Commercio di tutta Italia, Catania compresa.

“A giugno si dovrebbe procedere all’accorpamento delle Camere di Commercio con un sistema di riforma generale che le vedrebbe coincidenti con le prefetture italiane – ci dice Galimberti -. Una riforma nazionale che superebbe questo impasse a livello locale. Tutto questo alla luce di una realtà: in Italia ci sono 6 Camere di Commercio commissariate, quattro solo in Sicilia. Viene il dubbio che ci sia qualche patologia”.

Presidente c’è una certa acredine con le altre categorie?
“Nessuna polemica con le altre associazioni. Esercitiamo il diritto dovere di tutelare gli interessi delle nostre categorie rappresentate, quindi nell’esatto opposto intendimento di non prendere poltrone ma semplicemente rispondere alle esigenze delle categorie produttive che rappresentiamo. Nel futuro si troverà consenso di responsabilità generale, una quadra per rispondere alle esigenze di tutto il territorio e di tutte le categorie. Il fatto che 16.500 imprese hanno 12 posti in Consiglio e che 6.000 ne abbiamo 17…”

Non aver ottenuto questi posti in Consiglio è conseguenza di un vostro errore…
“Un errore burocratico…”.

I dimissionari li state sostituendo con persone nuove o con gli stessi?
“Persone diverse”.

Quanto pesa l’aeroporto in tutto questo?
“Secondo me moltissimo. La CCIAA di Catania detiene il 37,50%, quella di Siracusa è presieduta da Lo Bello, la CCIAA di Ragusa è commissariata, la Provincia di Catania pure e l’Irsap è di matrice confindustriale.
“Per qualcuno questa è democrazia – conclude Galimberti – ma non per me”.

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