Un tripudio di emozioni. La “Strana coppia” chiude il calendario di Pensieri Riflessi

Un momento dello spettacolo andato in scena al Tezzano

Passione, talento, energia: questi gli ingredienti che hanno accompagnato “Pensieri Riflessi” in tutta la stagione teatrale, conclusasi domenica 11 maggio. Per l’occasione, i giovani attori hanno deciso di inscenare una commedia brillante americana. “La strana coppia”, capolavoro per eccellenza di Neil Simon, scritto e rappresentato nel 1965 a Broadway. Un’intuizione geniale, quella del drammaturgo e sceneggiatore statunitense, il quale è riuscito a trattare una tematica importante con un  velo di leggerezza e comicità: il divorzio e tutte le sue criticità. Aperto il sipario, ci si trova all’interno di un appartamento alquanto disordinato.

Il tutto, sembra rispecchiare il “caos” interiore che i due protagonisti Oscar (David Marchese) e Felix (Andrea Piccione) vivono. L’uno divorziato da Blanche, l’altro in procinto di separazione.
Ad allietare le loro serate, gli inseparabili amici Murray (Alberto Pulvirenti), Vinnie (Salvo Gulisano) e Speed (Luciano Leotta) ai quali, li unisce la passione per il poker.

Il salone di Oscar, in perfetto stile newyorkese anni ’60, funge da cornice nella quale si incentra l’intera piéce. Tra una partita a carte e l’altra, vengono fuori i retroscena di una condizione forzata dalle tante sfaccettature.
Al via, la convivenza tra i due amici. La  loro, è una vita  di coppia in tutto e per tutto. Scompigli continui, litigate feroci e tenerezze quasi da marito e moglie.
A rendere il tutto ancora più drammatico, ma nel contempo esilarante, la “genialata” di Simon che inserisce nel testo, l’atteggiamento dei due conviventi di chiamarsi di tanto in tanto con il nome delle rispettive mogli. Tra un lapsus freudiano e l’altro, emerge un disagio che attanaglia le loro anime.

Nel secondo atto, si assiste a un cambiamento radicale dell’estetica della scena. Tangibile la percezione di un “prima” e un “dopo”.
La scenografia attenta e minuziosa nella ricostruzione, come nella versione originale, ha trasformato il palco prima da casa disordinata ad “harem del benessere”.
Il tutto si è svolto in maniera veloce, quasi impercettibile. Merito del lavoro del direttore di scena, Gaetano Strano e del direttore di sala Stefano Cuius. L’effetto audio (Agatino di Stefano) e delle luci (Francesco Nicolò) perfettamente in linea con l’atmosfera sul palco, hanno fatto il resto.

Bravissimi Andrea Piccione (nella duplice veste di regista e attore) e David Marchese. I due protagonisti, sono riusciti al meglio nel calarsi nei panni del loro personaggio, a tirarne fuori i rispettivi alter-ego.
Degna di lode anche il cast femminile, rappresentato da Flavia Angioni (Gwen Piccioni) e dalla new entry Federica Feltri (Cecily Piccioni) le quali, si sono calate nel ruolo di ragazze frivole.
«Abbiamo voluto puntare, sul genere che più ci caratterizza. L’interpretazione non è stata semplice. La forza di “Pensieri Riflessi” è dovuta a ciascun componente del gruppo. Ognuno ha dato il meglio di sé, contribuendo così, alla buona riuscita dello spettacolo», questa la nota finale del regista, Andrea Piccione, a fine spettacolo.
Marinella Arcidiacono

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