Bianco: «Immigrati non più emergenza saltuaria». Anche Catania rischia il collasso?

L’operazione Mare Nostrum sta concentrando gli sbarchi nel porto di Catania. Un flusso che, dopo aver letteralmente devastato Pozzallo ed Augusta, sta cominciando a creare mille problemi anche al capoluogo etneo. I sindacati di categoria precisano infatti che la situazione organizzativa in carico alla Polizia di Stato è al collasso.

«Gli agenti occorrenti per l’accoglienza e la successiva vigilanza – spiega il segretario provinciale del Siap Tommaso vendemmia – sono gli stessi che operano nel territorio, e la Questura, è costretta a chiedere i turni di lavoro straordinari, in alcune occasioni operare con le volanti. La situazione rischia di precipitare, se non giungeranno rinforzi per sostenere Mare Nostrum. Inoltre, la mole di persone accolte non consente controlli sanitari immediati e pertanto, i colleghi rischiano direttamente di essere contagiati.

Una situazione preoccupante. Per questo il Siap, ha inviato una lettera al Capo della Polizia sollecitando l’assegnazione di risorse di uomini e mezzi oltre che di implementazioni di straordinari e turni di reperibilità. Attualmente sono disponibili solo quelli ordinariamente assegnati alla Questura, appena sufficienti al controllo del territorio catanese, mentre nessuna reperibilità è stata prevista per le situazioni inerenti Mare Nostrum».

Non molto diversa è la situazione sul fronte dell’accoglienza. Il sindaco di Catania, Enzo Bianco, ha espresso perfettamente lo stato delle cose: «L’Europa e il governo italiano non possono ricordarsi di questo fenomeno, che causa dolore e sofferenza a intere popolazioni di migranti, soltanto quando si verificano dei morti: Catania non si tira indietro e anche oggi faremo la nostra parte, con la dignità della nostra gente, ma va detto chiaramente che siamo al collasso».
Una parte che senza risorse aggiuntive, comunitarie o nazionali, diventa sempre più difficile viste l’esiguità delle casse comunali. Per di più i minori sono a totale sostegno del comune. Bianco specifica che: «La città non si sottrae alla solidarietà ma quella che ci troviamo ad affrontare non è più un’emergenza saltuaria visto che ormai si protrae da mesi, se non da anni come a Lampedusa, con una frequenza degli sbarchi quasi giornaliera lungo le coste della Sicilia e con un incremento esponenziale nella zona orientale dell’Isola».

Gli immigrati sono dislocati in vari alloggiamenti di fortuna, palestre e simili, a Catania e in alcuni paesi limitrofi. Ma non sono sistemazioni adeguate. Molti, la gran parte di essi, punta a proseguire verso i Paesi del Nord Europa ed infatti la Stazione Centrale di Catania è letteralmente invasa da queste persone che cerca di prendere i treni in partenza verso il Continente. Una volta giunti lì tentano il gran salto verso la Germania. Non ultimo il timore, per quanto le autorità sanitarie lo indichino come estremamente remoto, del diffondersi di malattie contagiose.

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