Saldi estivi 2014. Si parte domani fino al 15 settembre: il decalogo antitruffa del Codacons e le dita incrociate di Confcommercio

saldiPartono domani i saldi estivi 2014 che si prevedono migliori degli scorsi anni, ma a fine periodo l’andamento delle vendite farà registrare ancora segno negativo. Lo afferma il Codacons, che come ogni anno fornisce le stime ufficiali sulle tendenze dei consumatori nel periodo di sconti stagionali.

In Sicilia la contrazione degli acquisti da parte dei cittadini sarà più contenuta rispetto agli anni passati, grazie al bonus da 80 euro in busta paga introdotto dal Governo Renzi.

Per Francesco Tanasi Segretario Nazionale Codacons il bonus aiuterà il commercio, contribuendo a contenere la riduzione delle vendite, ma non potrà fare miracoli, perché le famiglie della regione preferiranno dirottare i soldi su consumi primari.

«In ogni caso, – continua Tanasi – si prevede un avvio dei saldi migliore di quello degli ultimi anni, ma a fine periodo le vendite saranno ancora con segno negativo, attestandosi tra il -12% e il -15% rispetto al 2013, con una spesa pro capite che non supererà quota 69 euro».

Anche Confcommercio concorda sulla possibilità di una stagione di saldi migliore, o almeno “si spera” si legge nelle dichiarazioni di Francesco Sorbello riferite all’inizio imminente che si prolungherà fino al 15 settembre. “I commercianti catanesi – continua Sorbello – sperano in una vera e propria boccata d’ossigeno tenuto conto che l’ultimo trimestre del 2014 non è andato per nulla bene, anche per via di condizioni climatiche decisamente non favorevoli.

Secondo le stime di Ascom Confcommercio ogni nucleo familiare lascerà nelle casse dei commercianti della città circa 200 euro. Considerato anche l’affluenza della provincia a Catania potrebbero essere spesi intorno a 20 milioni di euro.

Tanasi, infine, diffonde inoltre il decalogo per fare buoni affari, districarsi nella selva dei saldi e prevenire i sempre possibili trabocchetti:

1 – Conservare sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se il cambio non è possibile, ad esempio perché il prodotto è finito, si ha diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). Ci sono due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.
2 – Le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. Stare alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. E’ improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori.
3 – Girare. Nei giorni che precedono i saldi è bene andare nei negozi a cercare quello che interessa, segnando il prezzo; si potrà così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andrete a colpo sicuro, evitando inutili code. Non fermarsi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontare i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. A volte basta qualche giro in più per evitare l’acquisto sbagliato o per trovare prezzi più bassi.
4 – Consigli per gli acquisti. È bene avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio: si è meno influenzabili dal negoziante e si corre meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non c’è alcun reale bisogno. Valutare la bontà dell’articolo guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali ad esempio costano di più delle sintetiche). Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidare dei marchi molto simili a quelli noti.
5 – Diffidare degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi (si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto). Un commerciante, salvo nell’Alta moda, non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto.
6 – Servirsi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistare merce della quale si conosce già il prezzo o la qualità in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.
7 – Negozi e vetrine. Non acquistare nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile. Controllare che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla “nuova”. Diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non consentono di vedere la merce.
8 – Prova dei capi: non c’è l’obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati.
9  – Pagamenti. Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi. (In più ricordiamo che dal 30 giugno negozianti e professionisti devono essere dotati di Pos per i pagamenti sopra i 30 euro, nda)
10 – Fregature. Se si pensa di avere preso una fregatura rivolgersi al Codacons, oppure chiamare i vigili urbani.

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