Catania, capitale siciliana delle multe

multeDopo tanti anni Catania torna ad essere la “Milano del Sud”. Purtroppo, però, questa volta l’accezione è assolutamente negativa. Da una ricerca del quotidiano economico Il Sole 24 Ore il capoluogo lombardo è la città italiana dove ogni automobilista paga la quota media pro capite più alta di multe. Catania è quella dove si paga di più in Sicilia. I milanesi nel 2013 hanno versato nelle casse comunali oltre 132 milioni di euro, pari a 170 euro e 5 centesimi a testa ogni automobilista: i catanesi hanno dato al comune, sempre nello stesso anno, poco più di 10 milioni di euro, pari a 55 euro e 80 centesimi, pro capite. Catania quindi è 35° in proporzione e prima in Sicilia mentre in assoluto è dodicesima e seconda in Sicilia dopo Palermo.

Lo scopo principale delle multe è aumentare la sicurezza stradale, attraverso la deterrenza e la creazione di nuove infrastrutture. Quindi fornire anche risorse per i corpi di Polizia Municipale. Strumenti come telecamere, autovelox e altre macchinette, però, assumono spesso altre funzioni, molto lontane dallo spirito e della lettera della legge: diventano una fonte ulteriore di aumento delle entrate comunali. È ormai usuale che molti comuni inseriscano nei bilanci i proventi delle multe stradali con ciò che ne consegue. Inoltre, fare ricorso al Giudice di Pace contro una multa oggi costa 43 euro. Il ricorso al Prefetto è gratis ma se viene respinto la multa costa poi il doppio.

Poiché i comuni italiani sono quasi tutti difficoltà economica per risolvere i loro problemi di bilancio, invece di sviluppare progetti di sviluppo, utilizzano il sistema più semplice ma più iniquo nei confronti degli automobilisti, residenti o di passaggio: le multe. Negli ultimi anni si è infatti registrato un notevole aumento di multe fatte da Vigili urbani ed ausiliari del traffico. Questi ultimi, figure controverse introdotte dalla cosiddetta riforma Bassanini (articolo 17, commi 132 e 133, legge n.127 del 15 maggio 1997), sono di un’efficienza impressionante. Matteo Renzi, appena eletto sindaco di Firenze, nel 2009, bloccò la loro attività e demandò la compilazione dei verbali esclusivamente ai Vigili urbani. Ovviamente, nessuno in Italia, ha seguito il suo esempio.

Solo il comune di San Giovanni La Punta, in provincia di Catania, ha da tempo eliminato le strisce blu. Fruttavano solo 6 mila euro l’anno. per una cifra così bassa inutile vessare i cittadini.
Spesso le società che gestiscono gli stalli, private o a partecipazione pubblica, sono un ottimo sistema per creare clientela con assunzioni facili ormai impossibili nella pubblica amministrazione.
E quindi sono tante le città italiane, forse Catania compresa, con un sovradimensionamento delle strisce blu che vengono tracciate nelle strade senza rispettare nessuno dei criteri per le quali vennero istituite.

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