Dal Lungomare in poi… tra lamentele e polemiche scorre placida l’estate all’ombra del Liotro

Il bravissimo attore catanese Angelo Musco

Il bravissimo attore catanese Angelo Musco

Finalmente una buona notizia. Si vede che pian piano le cose cominciano a cambiare. La Commissione toponomastica della città di Catania, nella sua prima riunione, svoltasi nella Sala Giunta di Palazzo degli elefanti, ha deciso di intitolare l’attuale piazzale Asia al giudice Rocco Chinnici, di cui è ricorso il 29 luglio scorso il 31° anniversario dell’uccisione a Palermo.
Finalmente un’intitolazione chiara dopo le vicende di piazza Matteotti e di via Aucaria, nel primo caso mistero risolto quasi subito, per il secondo ancora buio fitto.

La città, però, perde pezzi. Prima frana la tomba di Giuseppe De Felice, poi addirittura la facciata del Duomo. Problemi molto più vicini dello stato di abbandono dell’ex sepoltura di Vincenzo Bellini a Parigi. Segnali negativi o sprone per rimettere ancora più velocemente le cose? Inguaribili ottimisti i catanesi optano senza esitare per la seconda ipotesi.

Nel frattempo siamo arrivati alla prima domenica del mese e il terzo rito del Lungomare chiuso al traffico si è compiuto. L’orario è stato ulteriormente posticipato alle 17 visto il gran caldo che fa nelle ore precedenti. Imponente lo schieramento di forze. Felici i radical chic, salottieri che scorrazzano in bici, meno felici i clienti delle paninerie ambulanti che se non si ficcano con le loro auto fin dentro alla friggitrice delle patatine non sono del tutto soddisfatti. Scontenti, anzi scontentissimi gli esercenti che lamentano un grosso calo della clientela. Pur avendo in non grande simpatia i ciclisti, per la maggior parte della settimana indisciplinati e prepotenti in barba alla regole del codice della strada, bisogna dire comunque che siamo in agosto e molta gente non c’è. Sarà partita, oppure preferisce rimanere a mare e poi la sera fare un salto sull’Etna, magari a Trecastagni o Zafferana o altro comune ancora. E poi chi volesse prendere un gelato al Lungomare può sempre posteggiare in viale Alcide De Gasperi o in via del Rotolo. In questa città nessuno è mai contento.

Nel 1998, a metà del mese di agosto, tutto il centrosinistra catanese (meno il Pds) si riunì imbufalito nella sede dei Verdi, allora all’inizio di via Garibaldi, perché il sindaco Enzo Bianco, rieletto nel novembre 1997, teneva in poco conto gli alleati. Ininfluente citare i presenti, peraltro e fortunatamente tutti ancora vivi e vegeti. Ci furono bellicosi proclami, solo verbali, di tremenda guerra politica ma alla fine non se ne fece nulla. Bastò una lettera dell’allora vicesindaco Paolo Berretta, pubblicata dal quotidiano locale nei giorni a cavallo di Ferragosto, per calmare le acque. Sono passati esattamente sedici anni e le questioni, diverse nel metodo, restano più o meno sempre le stesse. Come gli stessi, nei secoli, sono i boati che ogni notte la nostra “Montagna” ci regala senza per questo impedirci una sana e bella dormita. Questa è Catania.

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