Belzebù e il Padreterno si contendono Mao… un successo firmato da Alfio Guzzetta andato in scena al Teatro di Paglia

Una scena di Mao Belzebù e il Padreterno

Una scena di Mao Belzebù e il Padreterno andato in scena al Teatro di Paglia allestito all’interno del Parco Gioeni di Catania

È andato in scena al Teatro di Paglia, nel Parco Gioeni, a cura dell’associazione Terre Forti, “Mao, Belzebù e il Padreterno”, un “gioco teatrale” scritto da Nino Greco, che gioca e ironizza con la storia e gli “ideali traditi”. Quelle “utopie” che hanno agitato masse e acceso rivoluzioni, finendo poi, però, con il divenire la negazione di esse stesse, dei principi cui si ispiravano. E così, per parlare del comunismo cinese, ecco la narrazione di ciò che è accaduto… dopo il trapasso di Mao. E più precisamente, della “strana lotta” accesasi tra il Padreterno e il Diavolo, decisi a litigarsi l’anima del “Quattro volte grande”.

Uno spettacolo che non ha mancato di strappare al pubblico più di un sorriso, ma anche qualche riflessione, ancor più pensando ai recenti sviluppi geopolitici.
La regia è stata curata da Alfio Guzzetta direttore Artistico di “Terre forti” che è salito sul palcoscenico nel ruolo del Padreterno. Insieme a lui il cast. Diavolo: Letizia Tatiana Di Mauro, Mao: Emanuela Cutuli, San Pietro: Andrea Bianco, Nunzio: Gaetano Gullo, Santa Rita: Carmelisa Puglisi, Maddalena: Antonella Rotondo, Gesù Cristo: Carlo Salamone, San Giuseppe: Pino Salamone, Maria: Yanka Hristova. Lo spettacolo ha visto anche la partecipazione straordinaria del cantautore Gregorio Lui, raffinato musicista la cui più recente uscita è il cd “Cose di vento”. Le azioni coreografiche sono state di Francesca Romana Di Giorgio, il direttore di scena era Orazio Indelicato

«È stato un gioco teatrale – ha spiegato Guzzetta -, un’azione goliardica nata dall’esigenza di raccontare con leggerezza problemi e contesti che, quotidianamente, affliggono la nostra esistenza. La storia dell’uomo è pregna di momenti utopici. Uomini che hanno vissuto per un ideale e per questo hanno lottato tutta una vita. Ma quanti di questi ideali, nel loro procedere, hanno mantenuto lo stesso spirito iniziale? Quanti hanno realizzato il sogno? E quanti, alla fine, non sono stati stravolti da interessi di potere? Non solo: quante di queste utopie, sotto l’alibi di una “santa” idea, hanno prodotto tragedie sociali, distruzioni, stragi? Il tema comporterebbe lunghi dibattiti, discussioni, approfondimenti. Ma sarebbe una cosa molto seria e la vita, forse, va vissuta con più leggerezza.

«Per questo abbiamo pensato al gioco. Un gioco a tratti amaro, ma proposto con un pizzico di distacco, di ironia e di sano divertimento.
Anche per Mao finisce il soggiorno terreno e al momento del distacco è costretto a passare al vaglio della giustizia divina. Ma il Padreterno è buono e interpreta a suo modo la rivoluzione maoista facendo santo il nostro eroe. Ma gli scontri non si placano. Il buon Diavolo reclama a voce di testa i suoi diritti su Mao».
Per scoprire chi vincerà il duello verbale tra il Bene e il Male bisogna scoprirlo in teatro.

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