Addio ai capelli rossi per colpa del riscaldamento globale?

mondo-fuoco-manoSecondo quanto ha scritto il quotidiano “Il Messaggero” nei giorni scorsi, il riscaldamento globale, oltre ai tantissimi gravi danni previsti, porterà anche alla scomparsa dei capelli rossi. Secondo il dottor Alistar Moffat le chiome fulve scompariranno entro il 2100. E sarà colpa del surriscaldamento che, aumentando, spingerà il corpo umano a proteggersi cambiando i propri pigmenti.  Ma quanto c’è di vero nel fatto che la Terra stia diventando sempre più calda? Tutti o quasi tutti sono convinti di sì, al punto tale che Google ha deciso di boicottare coloro che negano il riscaldamento globale.
Ma sono parecchi quelli che pensano che il riscaldamento globale sia una sorta di bufala. Secondo l’ipotesi maggiormente condivisa dalla comunità scientifica, si tratterebbe della sovrapposizione di una tendenza al riscaldamento secolare con la variabilità decadale naturale. Una sorta di “stop and go” delle temperature, piuttosto che di un’inversione di tendenza.
Tra questi c’è la rivista scientifica Focus che precisa in apertura: «Da molti anni la temperatura globale della Terra non aumenta secondo le previsioni e i modelli climatici dell’Ipcc, il forum scientifico delle Nazioni Unite per lo studio dei cambiamenti climatici»

Nell’articolo si cita John Christy, direttore dell’Essc, l’Earth System Science Center, e studioso della fisica dell’atmosfera, che spiega: «La temperatura della Terra è rimasta stabile, senza indizi dell’ipotizzato riscaldamento globale, da 18 anni. È un fatto e ci sono pochi commenti da fare a riguardo». Eppure sarebbe bastato leggere questo passo per avere una risposta: «È dunque chiaro il ruolo giocato dalle variazioni climatiche. Dalla temperatura, ma ancor più dall’umidità e dalla distribuzione stagionale delle piogge dipendevano il grado di resistenza delle formazioni forestali, la compattezza del suolo, il successo o il fallimento dell’uomo quando si sforzava di estendere l’area coltivata. Oggi non è più possibile supporre che il clima dell’Europa si sia mantenuto stabile nei tempi storici». E ancora: «È rischioso stabilire un rapporto diretto fra le fluttuazioni climatiche e l’alzarsi del livello marino».
George Duby “Guerriers e paysans. VII-XII siécle. Premier essor de l’économie européenne”, Parigi, 1973 (traduzione italiana “Le origini dell’economia europea – Guerrieri e contadini nel medioevo”, Bari, 1975), un testo da decenni molto diffuso in tutte le università del mondo.

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