Mercato auto: segnali europei positivi. I dati del mese di settembre registrati nell’Eurozona

autoSegnale positivo in settembre dal mercato auto dell’Unione Europea. Secondo i dati diffusi dall’Acea (l’associazione europea dei costruttori di auto) le immatricolazioni di autovetture nel mese scorso sono state infatti 1.235.501 con una crescita sullo stesso mese del 2013 del 6,4% (tredicesimo incremento consecutivo).
Positivo quindi anche il bilancio del primi nove mesi dell’anno, che si chiude con 9.572.259 immatricolazioni e con una crescita del 6,1%.
Dall’analisi dei risultati di settembre emerge anche un altro dato positivo. Per la prima volta da molti e molti mesi il mercato della zona euro cresce, sia pure in lieve misura, più del mercato dei paesi della UE che non hanno adottato l’euro (6,4% contro 6,3%). Molte sono le ragioni dell’insufficiente recupero del mercato italiano.
Innanzitutto vi è la profonda crisi della nostra economia che, sulla base dell’ultima revisione dei dati dell’Istat, è ininterrottamente in recessione da dodici trimestri. Vi è poi il fatto che, a differenza di quanto è avvenuto in altri paesi della zona euro, nessun provvedimento è stato adottato in Italia per sostenere la domanda di auto. Anzi.

Durante la crisi vi è stato un susseguirsi di incrementi di imposte sui consumi automobilistici e di tagli alla deducibilità fiscale dell’auto aziendale.
A ciò si aggiunge che la bozza di legge di stabilità cancella anche i modestissimi incentivi per le auto ecologiche previsti per il 2015 e che una circolare del 10 luglio di ben 50 pagine sulla “temporanea intestazione” delle autovetture introduce nuovi pesanti adempimenti per l’auto aziendale.
Il risultato di settembre conferma la previsione per il mercato dell’Unione Europea nell’intero 2014 di 12.570.000 immatricolazioni. Un livello che è ancora molto lontano dai 15.574.000 immatricolazioni che si ebbero nel  2007, cioè nell’anno che ha preceduto la crisi.
I dati diffusi dall’Acea si riferiscono anche ai tre mercati dell’EFTA, dove in settembre il piccolo mercato dell’Islanda cresce del 58%, mentre il mercato norvegese cala 4,8%, quello svizzero cala del 3,3% e l’intera area accusa una contrazione del 3,2%.

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