Pensionati allo sbando e lo Stato ignora

La vecchiaia è un dono di Dio, eppure qualcuno non vuole riconoscere i sacrifici che i nonni hanno fatto e fanno per noi, per la società, per il prossimo. Se pensiamo alla politica che li riguarda non troviamo nulla di buono, nemmeno in futuro, l’anziano infatti è considerato dallo stato oggetto usa e getta. La crisi che stiamo vivendo attanaglia tutti, anche i giovani che non riescono a trovare lavoro si ritroveranno all’età pensionabile senza assistenza alcuna per mancanza di contributi lavorative. Il grido è unanime, da più parti si levano voci di sconforto, ansie, paure, negatività e sfiducia alle istituzioni. Abbiamo ascoltato di recente l’ex senatore ed ora sindaco di Bronte, Pino Ferrarello, presente all’inaugurazione della casa di riposo Sangiorgio Gualtieri ad Adrano, in tema di assistenza agli anziani ha detto tra l’altro: «Occorre affermare che esiste un vincolo inseparabile tra le istituzioni e i disabili poveri». Ed ha aggiunto: «Promuovere e aiutare la nascita di centri di accoglienza è fondamentale per combattere lo stato di disagio della solitudine a una categoria di persone con disabilità, segnata da disuguaglianza sociale e assistenziale, per farli sentire come a casa loro».

Credo che in Italia si debba ripartire dai fondamenti di un’azione sociale, politica e da una sua dimensione popolare. Occorre esprimere una iniziativa collettiva, politicamente forte affidata ad azioni di partito per rimettere in agenda temi che senza la Dottrina sociale della politica, dell’associazionismo e della Chiesa finiremo tutti nel burrone, senza la possibilità di recupero. Chi ha poteri e doveri intervenga subito, prima che sia troppo tardi, siamo come avvolti in una nube tossica che prima o poi ci avvelena tutti.  Il problema della disabilità, secondo il nostro modo di vedere, la situazione economica locale e nazionale, (incredibilmente tutti gli enti dello Stato hanno il bilancio in rosso) in un mondo segnato da disuguaglianze e povertà è che ci sono sempre meno risorse disponibile nelle casse degli Enti dello Stato, mentre aumenta sempre più la necessità di dare servizi e posti letto alle case di accoglienza alle persone disabili e anziane per potere accogliere anche a chi non potrebbe disporre di somme spropositate. Serve mettere in agenda proposte di sovvenzioni pubbliche per dare servizi che possano accogliere anche persone povere ed essere ammessi con piccolo contributo privato cumulabili con sovvenzione pubbliche al fine di evitare odiose discriminazioni tra ricchi e poveri.
Carmelo Santangelo

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