La poesia di Buttitta, simbolo di una rivoluzione sociale, celebrato nella Casa Museo di Paternò

Alcuni momenti dello spettacolo messo in scena presso il Museo dei Cantastorie di Paternò per celebrare Ignazio Buttitta

Alcuni momenti dello spettacolo messo in scena presso la Casa Museo Cantastorie di Paternò per celebrare Ignazio Buttitta

Serata stupenda alla “Casa Museo Cantastorie” di Paternò con lo spettacolo su Ignazio Buttitta “La mia vita vorrei scrivere cantando” a cura di Antonino Mollica (Mario Sorbello), accompagnato alla chitarra da Turi Mancuso che ha anche cantato, e il dopo spettacolo di Cettina Busacca e Paolo Busacca (nipote e figlio di Cicciu Busacca) i quali hanno ricordato, commuovendo, i morti di Avola.
Il 2 dicembre 1968, la polizia tentò di forzare il blocco della strada statale 115 da parte dei lavoratori agricoli che protestavano. Non riuscendo nell’intento la reazione delle Forze dell’Ordine fu durissima: sparò ad altezza d’uomo uccidendo 2 manifestanti e ferendone altri 48. I morti furono Angelo Sigona e Giuseppe Scibilia.
La spontanea risposta all’eccidio di operai, lavoratori, studenti fu massiccia in tutta Italia. Il 4 dicembre le confederazioni sindacali indissero una giornata nazionale di lotta. Fabbriche, città e campagne si fermarono. Da più parti si chiese il disarmo degli agenti in servizio di ordine pubblico.

Antonino Mollica accompagnato alla chitarra da Turi Mancuso

Antonino Mollica accompagnato alla chitarra da Turi Mancuso

I fatti di Avola accelereranno inoltre la formazione del nuovo governo di centrosinistra (secondo Governo Rumor dal 18 dicembre 1968 al 5 agosto 1969) e la saldatura fra le lotte di operai e studenti. Di quel Governo faceva parte il socialista Giacomo Brodolini con l’incarico di Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale. In quel ruolo pose le basi dello Statuto dei Lavoratori che vide la luce il 20 maggio 1970 (Legge 300). Brodolini, però, era già prematuramente scomparso l’11 luglio 1969. Dunque, una rappresentazione di grande attualità. Con la sua produzione poetica ed i suoi continui interventi nelle piazze, Ignazio Buttitta poeta di Bagheria, tradusse in versi un secolo di storie sociali, politiche ed intellettuali della Sicilia e del meridione d’Italia.
A oggi, i suoi versi esprimono una grande forza attrattiva verso le generazioni passate sia verso quelle presenti e giovani. L’universalità dei temi, affrontati da Buttitta, risalta in modo preponderante oggi più che mai. La lotta sociale, il bisogno di una diversa identità sociale nel mondo del lavoro, la rivalutazione dell’istituzione famiglia sono alcuni degli argomenti affrontati nei versi del poeta di Bagheria.

La sua poesia, tuttavia, si connota maggiormente non soltanto perché rivolta al popolo siciliano con tutte le criticità ma coinvolge tutto il meridione d’Italia. E oggi più che mai la poetica di Ignazio Buttitta può anche avere una rilettura rivolta al sud dell’Europa. La crisi del lavoro e i conflitti sociali coinvolgono gran parte del mondo occidentale e non. La difficoltà di un mondo ad aprirsi alle necessità degli ultimi è chiara nelle politiche dell’Europa e del mondo intero. Sotto questi aspetti i versi di Buttitta rappresentano ancora oggi un monito, un richiamo sferzante.

Lo spettacolo presenta anche aspetti inediti di un uomo solo aperto al sociale ma legato doppio mandato alla famiglia intesa come luogo di grandi principi e di rispetto. Quindi, è facile capire che la poetica di Buttitta presenta argomenti attuali. Ma ciò che preme anche sottolineare è l’emergere nei suoi versi del rispetto dell’identità sociale e culturale.

Vuoi lasciare un commento?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *