Ecco l’Italicum. Il Senato l’ha approvata, adesso va alla Camera per il “Sì” definitivo

Italicum

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Il Senato ha approvato la nuova legge elettorale, il cosiddetto Italicum. I voti a favore sono stati 184, i contrari 66 e gli astenuti due. La legge torna ora alla Camera per il sì definitivo dove non dovrebbe trovare nessuna difficoltà e neppure modifiche. L’Italicum è arrivato per la prima volta alla camera il 12 marzo 2014 e da quel momento ha subìto molte trasformazioni. Nella sua stesura finale e definitiva essa prevede. La lista che ha più del 40% al primo turno (o che vince al ballottaggio) ottiene il premio di maggioranza: 340 seggi su 630. I 290 seggi che rimangono devono essere assegnati agli altri partiti. Lo sbarramento per entrare in parlamento è fissato al 3%.
Le 27 circoscrizioni attuali saranno sostituite da venti circoscrizioni elettorali, suddivise in cento collegi plurinominali. In ogni collegio, in media di circa seicentomila abitanti ciascuno, verranno presentate delle liste composte in media da sei candidati. In Trentino Alto Adige e nella Valle d’Aosta si voterà invece con i collegi uninominali.
Nella prima stesura della legge elettorale le liste erano bloccate, cioè i candidati erano eletti nell’ordine con cui erano presentati nella lista. Nella legge attuale è previsto che solo i capolista siano bloccati, mentre dal secondo eletto in poi ci sono le preferenze. Ogni elettore potrà esprimere al massimo due preferenze.
I capolista potranno candidarsi in più di un collegio elettorale, fino a un massimo di dieci.
Ogni elettore potrà esprimere massimo due preferenze, ma dovrà votare due candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. È libero invece di esprimere una sola preferenza (o nessuna). Nell’ambito di ogni circoscrizione (che in parte coincide con le regioni) i capolista di un sesso non devono essere superiori al 60% del totale.
L’Italicum entrerà in vigore il primo luglio 2016 e si applica solo alla Camera, perché nel frattempo dovrebbe essere approvata la riforma costituzionale che eliminerà il bicameralismo.

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