Battaglia per la scuola superiore a Librino: il quartiere si mobilita per il progetto dedicato ai ragazzi

Il sindaco Bianco e l'assessore Scialfa durante l'incontro a Librino

Il sindaco Bianco e l’assessore Scialfa durante l’incontro a Librino

«La battaglia per la scuola superiore di Librino sia una battaglia di tutta la città, perché Librino è Catania e Catania è Librino». Lo ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco nell’auditorium della scuola “Angelo Musco” davanti a dirigenti scolastici, insegnanti, genitori, gente del quartiere, aggiungendo: «Il fatto che siate così numerosi dimostra che nessuno sopporterà imposizioni in difesa di piccolissimi interessi corporativi, da parte di qualche dirigente scolastico o da qualche sindacalista, perché questa è una scelta che tocca all’intera città e nessuno mollerà Librino».
A fare gli onori di casa la preside dell’istituto Musco Cristina Cascio, coordinatore dell’osservatorio integrato d’area che coinvolge tutte le sette scuole di Librino che ha ricordato come la dispersione scolastica a Librino sia “bassa fino alla terza media, circa l’1%, e diventi invece altissima, quasi fino al 20%, per le superiori”.
Secondo la preside per aiutare Librino “non dobbiamo portare i nostri ragazzi in centro ma mettere in atto una contaminazione al contrario: fare venire gli altri allievi qui”. Il medesimo concetto è stato ribadito da Sara Fagone, che ha parlato anche a nome del segretario della Cgil Giacomo Rota: “Noi lottiamo per le giuste rivendicazioni di un intero quartiere e i numeri della dispersione non lasciano dubbi: bisogna aprire Librino alla città”.

Il dibattito è cresciuto di tono quando l’assessore Scialfa ha ricordato come, nello scorso mese di novembre, l’Amministrazione comunale avesse approvato una delibera di indirizzo politico per l’istituzione delle scuole superiori sul  territorio della VI Circoscrizione, che raggruppa San Giorgio, Librino, San Giuseppe  La Rena, Zia Lisa e  Villaggio Sant’Agata, e in cui “impegnava anche Provincia e Regione ad attivarsi concretamente”.
«Nell’atto – ha dichiarato – non si è mai parlato di sette istituti ma qualcuno ha voluto montare una polemica strumentale, far confusione, senza rendersi conto che l’Amministrazione difenderà con tutte le sue forze la propria scelta».
Al sindaco sono state affidate le conclusioni di un ampio dibattito al quale erano presenti oltre agli assessori comunali alla Scuola Valentina Scialfa, a Librino Rosario D’Agata e all’Urbanistica Salvo Di Salvo e al presidente di Circoscrizione Lorenzo Leone, c’erano il viceprefetto vicario Enrico Gullotti, il comandante provinciale dei Carabinieri Alessandro Casarsa, il vicequestore vicario Giovanni Signer, il dirigente della Polizia stradale Salvatore Di Bella, il presidente dell’Associazione Catania al Vertice Nello Russo,  il presidente della Federazione Italiana Nuoto Mario Torrisi. C’erano anche il parroco di Zia Lisa don Piero Sapienza, la rappresentante della Piattaforma per Librino Sara Fagone. Folta la rappresentanza delle scuole: il presidente provinciale dell’Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici) Santo Molino, i presidi Salvo Di Stefano (Coppola), Maria Paola Iaquinta (Battisti) e Santo Mancuso (Gabelli di Misterbianco), ed esponenti di tutte le scuole di Librino: le vicarie di Campanella Sturzo e San Giorgio e i dirigenti Emanuele Rapisarda (Pestalozzi), Lucia Abramo (Brancati), Vincenzo Costanzo (Dusmet-Doria), Cetti Tumminia (Fontanarossa).
Dino Barbarossa, Project manager Villa Fazio, sostiene con forza il progetto: «È un atto doveroso verso una parte di Città che ha grandi potenzialità – scrive -, una popolazione minorile imponente e, tuttavia, presenta ampi spazi di degrado urbano. Tanti ragazzi e ragazze non completano la scuola dell’obbligo e tanti di quelli che la completano non proseguono gli studi, anche per la difficoltà materiale ed economica di spostarsi da Librino. La Scuola superiore a Librino è dunque un atto di giustizia e di dignità. Nel nostro piccolo, a Villa Fazio, stiamo dando disponibilità sia ai ragazzi sia alle ragazze cosiddetti “drop out”, ovvero che hanno superato l’età dell’obbligo ma non hanno completato la scuola dell’obbligo e ai ragazzi di scuola superiore e universitari che hanno bisogno di spazi per lo studio. Ci sarà un momento in cui avremo gli strumenti per un’aula multimediale, ma intanto abbiamo le idee, gli spazi e, da qualche giorno, gli arredi per consentire questo piccolo contributo allo sviluppo delle competenze dei giovani di Librino. Per Librino, lo sviluppo del capitale umano è la cosa più importante, perché se si muovono i giovani possono cambiare le coscienze e la natura di Librino. La Scuola superiore è un segno tangibile di questo cambiamento. Non ostacoliamola».

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