“I Vespri Siciliani dello Sport” Catania al Vertice dichiara guerra a politici e Regione per i tagli alle società sportive

Catania al Vertice

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È guerra aperta tra lo sport siciliano e la Regione. La squadra al completo di Catania al Vertice, capitanata dal presidente Nello Russo, è scesa in campo a difesa dello sport isolano. Il quadro generale tratteggiato da numerosi dirigenti e atleti intervenuti durante l’incontro che si è tenuto alcuni giorni fa è apparso desolante. L’incontro è stato in ogni caso solo l’inizio di una serie di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo della politica sul tema dei tagli e della mancanza di fondi che ha messo in ginocchio le società sportive siciliane. A partire dai costi delle trasferte che si aggirano intorno a migliaia di euro per ogni singola gara: a conti fatti, una squadra di trenta atleti per affrontare tre partite fuori casa – due a Roma e una a Cagliari – spende in un mese e mezzo quasi quindicimila euro.

È il caso della squadra di football americano Elephants Catania: si tratta di spese insostenibili senza un aiuto da parte della Regione e di convenzioni ad hoc con le compagnie aeree. Lo stesso vale per un’altra criticità evidenziata da più parti: le pessime condizioni in cui versano gli impianti sportivi. Il caso dello stadio comunale “Santa Maria Goretti” è indicativo: «A causa della pioggia, le infiltrazioni d’acqua hanno determinato la caduta di calcinacci dal tetto degli spogliatoi», raccontano i dirigenti delle squadre che su quel campo si allenano quotidianamente. Così l’appuntamento con Open Sport che ha riunito atleti, dirigenti, tifosi e giornalisti si è arricchito di spunti nuovi. Del resto, sostenere a parole la cultura dello sport non basta.

«Oggi partono i Vespri Siciliani dello sport. Con questa provocazione vogliamo ribadire le condizioni sconfortanti in cui versa lo sport isolano e richiamare per l’ennesima volta la Regione alle proprie responsabilità – spiega il presidente del Consorzio Nello Russo -. Facciamo sul serio, non c’è tempo da perdere».

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