Boschetto della Plaja, scoppia la polemica tra Rifondazione Comunista e l’assessore D’Agata

Boschetto Plaja

Boschetto Plaja

Il Boschetto della Plaja è chiuso dallo scorso mese di novembre quando una serie di eventi climatici avevano causato la caduta di diversi alberi in alcune zone della città. In questi mesi sembra che poco o nulla sia stato fatto e per di più si era sparsa la voce che l’intera area venisse affidata ad un parco avventura. Nei giorni scorsi a suonare il campanello d’allarme era stato il Circolo “Olga Benario” di Rifondazione Comunista. «Non è possibile – aveva dichiarato Luca Cangemi, segretario del circolo – che la città si rassegni alla prospettiva di perdere una grande ricchezza collettiva, ambientale e sociale, a causa di decenni d’incuria e di una scelta assurda di privatizzazione, iniziata dall’amministrazione Stancanelli e confermata dall’attuale».

«Quella di collocarvi un Parco Avventure – ha aggiunto Cangemi – è stata una scelta del tutto sbagliata anche dal punto di vista sociale e culturale. «Il boschetto non è un’area anonima, ha un posto preciso nell’identità della città, perché stravolgerlo con un’attività standardizzata e di mercificata? Per noi il boschetto può essere utile ai catanesi e a chi visita Catania (e quindi alla città e alla sua economia) se torna a essere uno spazio di libera aggregazione, inserito nelle tradizioni delle famiglie catanesi, non un parco avventura che potrebbe essere indifferentemente a Singapore o a Dubai».

Risposta immediata da parte dell’assessore al Verde del Comune di Catania Rosario D’Agata. “Comprendiamo – ha detto D’Agata – che si possano avere preconcetti ideologici e comprendiamo persino la necessità di conquistare un diritto tribuna suscitando il massimo di clamore su notizie inesistenti o quasi, ma davvero stavolta stiamo discutendo del nulla: è ridicola l’affermazione che Catania stia per perdere il Boschetto perché non vi è alcuna privatizzazione ma semmai una concessione. Inoltre la superficie del Parco avventure – ce ne sono altri, frequentatissimi dagli ambientalisti, nella nostra provincia e, naturalmente, in tutt’Italia – è limitata al 20% dell’intera area che rimarrà comunque tutta aperta alla fruizione dei cittadini. Inoltre va sottolineato che, in cambio della concessione stessa, la ditta si occuperà della manutenzione dell’intero Boschetto fornendo servizi per una somma fino a 30.000 euro all’anno».

«Inoltre – ha aggiunto D’Agata – se la ditta che ha vinto la gara per la concessione dovesse essere inadempiente l’Amministrazione Bianco, come ha già dimostrato in molte occasioni di saper fare, interverrà. Peraltro la nostra Amministrazione ha già avviato rapporti di fruttuosa collaborazione con associazioni e con privati per la gestione di parchi e area a verde. Voglio infine dare l’unica vera notizia dopo un cumulo di illazioni: il Boschetto, chiuso per motivi di sicurezza dopo tromba d’aria di novembre, dopo l’abbattimento di sei palme dattilifere e altri alberi pericolanti, sarà riaperto, almeno per quanto riguarda la parte circostante il laghetto, entro la fine del mese di marzo».

Risposta che non ha soddisfatto Cangemi che commenta ancora: «Ognuno è libero di scegliere il tono che più ritiene coerente con il proprio profilo politico- istituzionale. Noi certo non ci faremo impressionare da parole insultanti né da sottili giochi linguistici (“non di privatizzazione si tratta semmai di concessione”, caspita). Confermiamo il nostro impegno contro questa operazione». La querelle sembra essere solo all’inizio.

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