Beni Culturali, arrivano 490 milioni di euro, ma la Sicilia rischia di perderne tantissimi per pagare i ricorsi

beni-culturali-siciliaLa Commissione Europea ha approvato il programma operativo “Cultura e Sviluppo” 2014 – 2020 cofinanziato dai fondi comunitari (FESR) e nazionali, per un ammontare complessivo di circa 490,9 milioni di euro, che vede il MiBACT nel ruolo di amministrazione proponente e Autorità di gestione. Il Programma Operativo Nazionale (PON) “Cultura e Sviluppo” 2014 – 2020 è destinato a 5 regioni del Sud Italia – Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia – ed ha come principale obiettivo la valorizzazione del territorio attraverso interventi di conservazione del patrimonio culturale, di potenziamento del sistema dei servizi turistici e di sostegno alla filiera imprenditoriale collegata al settore.

Gestito dal MiBACT, il PON dà attuazione alle scelte strategiche ed agli indirizzi definiti dall’Accordo di Partenariato (AdP) tra l’Italia e la Commissione Europea. L’Accordo individua tra gli obiettivi tematici la protezione, promozione e sviluppo del patrimonio culturale, considerato asset potenzialmente decisivo per lo sviluppo del Paese, sia in quanto fattore cruciale per la crescita e la coesione sociale, sia per gli effetti e le ricadute positive che esso è potenzialmente in grado di determinare nei rispetti del sistema dell’industria turistica.

Il Programma ha una dotazione finanziaria di 490,9 milioni di euro, di cui 368,2 milioni di euro a valere sui fondi strutturali europei (FESR) e 122,7 milioni di euro di cofinanziamento nazionale.

Il PON “Cultura e Sviluppo” 2014-2020 viene attuato attraverso una filiera corta e diretta: il MiBACT Amministrazione titolare del Programma si avvale delle sue articolazioni territoriali (Segretariati regionali, Poli museali, Soprintendenze) nell’ambito di una strategia di raccordo e di coordinamento con le Amministrazioni regionali delle cinque regioni interessate, con le quali saranno sottoscritti specifici Accordi Operativi di Attuazione (AOA).

Rosario Crocetta, il governatore della Sicilia

Rosario Crocetta, il governatore della Sicilia

Se da un lato dovrebbero arrivare tanti milioni, da un altro la Regione siciliana rischia di perderne tantissime. Una confusissima normativa ed una ancora più confusa gestione burocratica della vicenda, pare che porti ad una serie di azioni legali, sommate al solito intervento della Corte dei Conti, nei confronti del Governo Crocetta. Il motivo: avere bloccato e revocato appalti per la gestione dei beni culturali banditi nel 2010 e assegnati nel 2012. Le imprese vincitrici ovviamente non ci stanno e fanno ricorso ed ora sembra che la Regione non avesse nessun diritto di bloccare o revocare con provvedimenti giudicati abnormi. Perse anche diverse decine di milioni e quindi procurato anche un grave danno erariale che la Corte dei Conti potrebbe anche addebitare al presidente Crocetta. Ma la replica del Governatore non si fa attendere: «In relazione alla notizia pubblicata da alcuni organi di informazione, secondo i quali sarebbe stata annullata la deliberazione di giunta relativa alla gara per “l’esternalizzazione dei servizi aggiuntivi, occorre precisare con chiarezza, com’è persino logico”, che la Corte costituzionale interviene sulla legittimità delle leggi e in particolare la legge ritenuta incostituzionale dalla Corte fa riferimento all’art. 2 – precisa Crocetta -. Il comma 1 del citato articolo 2 prevede com’è noto, per gli appalti superiori a 100 mila EURO, pena nullità del bando, l’obbligo per gli aggiudicatari di indicare un numero di conto corrente unico sul quale gli enti appaltanti fanno confluire tutte le somme relative all’appalto stesso. Il mancato rispetto di cui al presente comma, comporta la risoluzione per inadempienza contrattuale. È chiaro che l’amministrazione regionale ha l’obbligo di osservare le leggi esistenti ed è per ossequio alla legge che si erano annullate gare che non avevano contemplato il rispetto della normativa regionale esistente. Da questo momento quella norma non esiste più ed è evidente che non l’applicheremo. Nessuno – conclude Crocetta -. può criticare però il governo regionale per aver rispettato la legge».

Vuoi lasciare un commento?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *