Viaggio tra le incompiute catanesi: l’ex Palazzo delle Poste e il Waterfront

Il Palazzo delle Poste di viale Africa

Il Palazzo delle Poste di viale Africa

L’ex Palazzo delle Poste in viale Africa è in stato di totale abbandono. Eppure nel lontanissimo 2001 si disse che la cittadella giudiziaria catanese vi sarebbe dovuta sorgere in tempi brevi. L’accordo tra comune e ministero fu dato per cosa fatta. In sostanza l’amministrazione comunale avrebbe utilizzato un finanziamento ministeriale per acquistare l’intero stabile di viale Africa in modo da raggruppare in un complesso edilizio unitario tutte le sedi delle varie articolazioni giudiziarie, dal civile al penale, ai minorenni a quella per il lavoro, sparse in varie parti della città. La struttura valutata complessivamente 45 miliardi di lire a fronte dei 52 precedentemente chiesti dalle poste S.p.A., sarebbe stata interamente finanziata coi fondi statali mediante l’accensione di un mutuo alla Cassa Depositi e Prestiti.

Il corpo principale del complesso immobiliare di viale Africa, dove sarebbe dovuta sorgere la nuova cittadella giudiziaria una volta completati i lavori di ristrutturazione che dovevano essere effettuati in tempi brevi, ha una superficie complessiva di quasi 20 mila metri quadrati, di cui oltre 8 mila ai due piani seminterrati, circa mille e cinquecento al piano terra e i rimanenti distribuiti su sei piani. La palazzina servizi, isolata da qualche centinaio di metri dalle altre due, che poteva essere destinata ad ospitare il tribunale dei minorenni, ha una superficie complessiva di 2100 mq, settecento per ogni piano che la compongono. A questo va aggiunta una vasta area scoperta di 10 mila metri quadrati che si pensava di utilizzare come parcheggio capace di ospitare oltre 800 automobili, mentre un’altra area parcheggio si poteva ricavare anche dai seminterrati che potevano essere utilizzati anche come depositi. Da segnalare anche un grande spazio-auditorium che poteva essere utilizzato anche come sala- conferenze o scuola di formazione. Di tutto questo, a distanza di 14 anni, nulla.

05 C Foto - Planimetria Ognina RotoloEsattamente tre anni fa il Tar mise la parola “fine” al progetto del Water front che prevedeva lo scorrimento veloce in viale Alcide De Gasperi e la profonda modificazione del Lungomare. Il progetto originale del “Waterfront” fu realizzato dall’architetto spagnolo Oriol Bohigas. Il deposito delle locomotive doveva essere riqualificato e intorno al porto turistico del Caito dovevano delle costruzioni residenziali di bassa altezza che avrebbero costituito il terzo borgo marinaro, dopo San Giovanni Li Cuti e Ognina, della costa di Catania. Sarebbe stata realizzata la nuova arteria di viale Alcide De Gasperi che sarebbe rimasta sempre una strada urbana. Il “vecchio” lungomare sarebbe diventato una vera e propria passeggiata a mare con traffico limitato, con marciapiedi larghi, verde, abitazioni basse. Sarebbe anche stato demolito anche il cavalcavia di piazza Mancini Battaglia. Il Tar ha bloccato tutto e viale Alcide De Gasperi è rimasto a metà e nessuna novità per il Lungomare che, seppur “liberato”, rimane sempre con gli stessi difetti e pericoli di sempre.

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