Detenuti nei panni di giudici. Effatà va in scena al teatro del carcere di Augusta. La prima sabato 13

Locandina EffatàC’è tempo fino a mercoledì 10 giugno per prenotarsi e partecipare allo spettacolo teatrale Effatà, messo in scena dai detenuti della casa di Reclusione di Augusta e che si svolgerà sabato 13 giugno alle 18 all’interno del teatro del carcere. Si tratta di una rilettura in chiave teatrale dell’ultimo romanzo della scrittrice e magistrato Simona Lo Iacono che, all’interno del progetto “Read and fly”, ha prima scritto la sceneggiatura e poi ha accompagnato gli undici partecipanti del progetto nel loro percorso di studio della parte assegnata, e nelle prove sul palcoscenico.

Il romanzo, dedicato a due bimbi sordomuti, uniti da un fil rouge che riconduce all’Olocausto, è anche una storia di pena e redenzione ed è per questo che la sua autrice lo ha scelto come testo da far interpretare ai carcerati che, nella finzione, attueranno un ribaltamento dei ruoli, da giudicati a giudici. Il laboratorio teatrale è stato ideato da Michela Italia e si è svolto con la collaborazione di Domenica Passanisi e dell’educatrice Franca Nicolosi su sceneggiatura e narrazione di Simona Lo Iacono, e musiche del Maestro Salvino Strano.

Lo spettacolo, gratuito e aperto al pubblico darà la possibilità a chi lo desideri di contribuire con un’offerta libera che servirà all’acquisto di giochi da giardino per allestire un’area verde a beneficio dei figli dei detenuti, che ne fruiranno durante le ore di colloquio. Per partecipare è necessario mandare una mail a: spettacoloteatraleeffat@gmail.com indicando nome, cognome, data, luogo di nascita e indirizzo mail cui inoltrare la conferma della avvenuta autorizzazione. I magistrati e gli avvocati che volessero partecipare sono invitati a indicare la qualifica professionale rivestita, così come gli spettatori che siano già stati ospiti del carcere in altre occasioni (teatrali, ricreative, ecc.) sono invitati a segnalare tale circostanza, per abbreviare le operazioni di autorizzazione e accertamento.

Simona Lo Iacono

Simona Lo Iacono

A mettere in scena Effatà saranno i detenuti: Mirko Musumeci, Massimo Schiavone, Miodrag Arbutina, Francesco Bellingheri, Antonino Malfitano, Mirko Nigido, Carmelo Caggegi, Domenico Battaglia, Angelo Viglianesi, Spartak Osmenaj e Vito Salvatore Piacente.

Uno spettacolo in carcere quindi e anche se non è il primo che viene proposto all’interno della casa di reclusione di Augusta, la cosa simpatica è data da questo teatrale ribaltamento dei ruoli, dalla realtà alla finzione, che vedrà i detenuti vestire i panni dei giudici. E vestire non è un termine usato a caso visto che gli undici protagonisti di questa pièce indosseranno davvero le toghe e saranno quelle vere indossate in aula sia dalla Lo Iacono sia da alcuni avvocati del consiglio dell’ordine di Siracusa che hanno accettato di buon grado di “spogliarsi” per un giorno. Anche la tonaca indossata da chi interpreterà Frate Pacifico è vera, offerta in dono da un frate francescano. Questo per sottolineare che è un impegno complessivo quello che affronterà il palco sabato prossimo, frutto del lavoro sentito di un esercito di volontari.

Per quanto tempo i detenuti sono stati impegnati in questo progetto? «La lettura di Effatà da parte dei detenuti è iniziata a febbraio di quest’anno e si è inserita all’interno del progetto “Read and fly” ideato da Michela Italia – ci racconta proprio Michela e si concluderà con lo spettacolo del 13 giugno. Pur essendo un laboratorio di lettura la narrazione è nata subito con una forte vocazione “teatrale” infatti dal primo incontro con Simona Lo Iacono, (avvenuto quando già i detenuti avevano cominciato a leggere il libro con Michela) si è impostata la lettura sulla base della futura rappresentazione e ai detenuti è stata consegnata la sceneggiatura da interpretare.

I detenuti che stanno partecipando a questa attività sono stati scelti in base a quali criteri? I detenuti si sono candidati autonomamente. Sono stati poi selezionati evitando quelli che sono già impegnati in altre attività.

La condanna che stanno scontando ha influito nella loro scelta? la loro condanna non ha legami con questo percorso. Possiamo però dire che ha coinvolto i detenuti di media sicurezza e non quello di alta. Fra i detenuti ci sono comunque un condannato per omicidio e uno per traffico internazionale di stupefacenti.

Gli altri detenuti come vivono questa loro attività? Gli altri detenuti – ha spiegato il direttore del carcere Antonio Gelardi – vedono bene questa attività che non è l’unica e si cerca di dare spazio a più persone. Ad esempio c’è un altro gruppo teatrale (che recita con studenti di un liceo e si esibisce proprio in questi giorni) e due gruppi musicali, ma anche iniziative più semplici o, come dire, più prosaiche, tipo un corso di pizzaioli, che si è concluso con la “Pizza galeotta” preparata dai detenuti corsisti con oltre cento invitati e, qualche sera dopo replicata per i familiari degli stessi. Insomma cerchiamo di coltivare più eccellenze. Effatà ovviamente ha tante peculiarità il corso da cui è nato, il soggetto, le parti di giudici e pm fatte dai detenuti, l’autrice che recita con loro, la crescita e lo stare dentro la parte… E, ultima cosa, solo chi conosce da tempo Bellinghieri (il detenuto che interpreta Frate Pacifico, ndr), la sua aria disincantata può percepire appieno la luce che ha negli occhi mentre recita…”.

È la prima volta che viene fatto un progetto simile al carcere di Augusta? Se no, cosa è stato fatto? I detenuti del carcere di Augusta non sono nuovi ad attività teatrali, ma questo gruppo è alla prima esperienza.

I detenuti che non sono in scena saranno comunque spettatori? No in questo caso lo spettacolo sarà riservato ad un pubblico esterno, perché i detenuti che possono assistere agli spettacoli sono oltre 400 e i posti non basterebbero. Forse sarà possibile una replica in futuro ma non c’è nulla di certo. Questa esperienza li ha coesi come gruppo – ha aggiunto Simona Lo Iacono – e tra loro si è sviluppata ulteriore simpatia umana e solidarietà. È stata una splendida ed emozionante esperienza che si concluderà poi sul palcoscenico. Io vestirò i panni della “narratrice”, ma il maestro Salvino Strano sarà l’anima musicale dello spettacolo! È un generoso volontario della cultura che ha messo a disposizione il suo talento e la sua arte a vantaggio dello spettacolo, sottolineando le varie scene con il pianoforte e la fisarmonica”.

Monica Adorno

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