Benvenuti a Lampedusa, l’isola che non c’è. Abitanti e turisti in balia del monopolio della Siremar

Massimo Costanza

Massimo Costanza

Quanto è distante Lampedusa dalla Sicilia? Se non ci fosse il mare in mezzo basterebbero poco più di due ore di macchina per raggiungerla, ma il mare c’è e diventa tutto più difficile. Se si va in aereo basta un’ora di volo, con l’aliscafo ci vorranno circa due ore ma sono mesi che non ci sono aliscafi per Lampedusa. Se si parte con il traghetto – l’unico con cui puoi imbarcare la macchina – di ore ce ne vogliono nove: unico vettore la Siremar che impegna un solo traghetto, il “Sansovino”, per il collegamento. E se si guasta, il servizio si blocca. È quello che è accaduto domenica notte ai passeggeri che avevano pagato il biglietto pensando di svegliarsi nel mare più bello del mondo. Tra questi c’è anche Massimo Costanza che a Lampedusa ci lavora e ci vive ed è per questo che ha imbarcato due auto stracolme di necessità.

Poche ore dopo la partenza un guasto al motore impone il rientro a Porto Empedocle e alle nove del mattino invece di vedere l’attracco al porto di Lampedusa, si è ritrovato sulla costa della Sicilia da cui era partito. Durante il ritorno tutto tace, anche la filodiffusione, e per evitare distrazioni di ogni sorta anche il bar è chiuso.

«Solo alle nove del mattino – racconta Massimo Costanza – il comandante ci informa tramite la filodiffusione, che evidentemente non era rotta, che dovevamo scendere dalla nave per consentire le operazioni di ripristino e che se lo desideravamo avremmo potuto avere i dettagli dall’agenzia che ci aveva venduto i biglietti. In agenzia ci rimborsano il biglietto e ci dicono “La nave non parte. Decide il comandante”.

Il Sansovino della SiremarNon esiste nessun’altra nave in sostituzione e non c’è nessun altro vettore in grado di farci traghettare». Gambe in spalla, chi può torna a Catania gli altri si sistemano come possono in attesa della riparazione e del meteo favorevole, visto che imperversa il maestrale. Il guasto però è più grave del previsto e pare che per il ripristino ci vorranno quindici giorni. Nel frattempo un gruppo di insegnanti era rimasto fermo a Porto Empedocle da sabato mentre il sindaco, Giusi Nicolini, era rimasta bloccata a Linosa e da lì ha scritto anche a Crocetta per far capire il disagio che stanno patendo.

Ieri mattina la svolta: un aliscafo tampone è stato fatto partire da Porto Empedocle e sta arrivando un traghetto molto più piccolo da Trapani che non partirà prima delle 23 di stasera – meteo permettendo – per arrivare a Lampedusa alle otto di domattina cioè sei giorni dopo l’ultima nave e gli ultimi approvvigionamenti di frutta, verdura e derrate alimentari.

E Massimo Costanza non ci sta: «Lasciando stare il classico gioco del rimpallo delle responsabilità, ma a qualcuno interessa sapere cosa devono fare le persone a bordo che sono state vomitate sulla banchina senza nulla aggiungere?!? Benvenuti a Lampedusa, l’isola delle tartarughe e del mare paradisiaco. L’isola che non c’è per quei cittadini che non partono in aereo ma che per necessità devono servirsi di un trasporto differente. Benvenuti a Lampedusa, quando ancora oggi un servizio essenziale e di continuità per legge, viene soppresso rimandandolo a data da destinarsi. Benvenuti alle Pelagie dove un aliscafo non approda da novembre dello scorso anno solo perché due gare per un servizio essenziale sono andate deserte! Benvenuti nell’isola con le spiagge più belle del mondo dove gli abitanti, i residenti e anche i turisti che imbarcano mezzi propri sono sfavoriti».

In tutto questo la continuità territoriale sembra solo un sogno buono per le carrette del mare. Quelle sì che non si fermano.

Monica Adorno

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