Nuovo rischio default, al Comune mancano 50mln di euro. Girlando: «È un falso problema»

Palazzo degli Elefanti

Palazzo degli Elefanti

CATANIA – Ancora critiche dalla Corte dei Conti. Ancora criticità sottolineate dai giudici contabili che potrebbero mettere a rischio la tenuta dei conti del Comune e, in particolare, del piano di riequilibrio finanziario che, approvato nel 2013, ha permesso all’Ente di evitare il default. Una possibilità, quella del dissesto scongiurato, in realtà non proprio eliminata ma solo allontanata. Occorre infatti rispettare i vincoli del piano di rientro ed evitare l’aggravarsi della situazione contabile dell’Ente. Cosa che, Palazzo degli Elefanti pare proprio non abbia fatto, tanto da essere bacchettato in maniera inequivocabile dai magistrati palermitani che, nella relazione semestrale in cui vengono analizzate le azioni poste in essere dall’amministrazione, giudica la situazione dei conti ancora grave. E questo in ordine a svariati punti, non solo l’ammontare dei residui attivi (somme che il Comune deve ottenere da anni e che inserisce in bilancio nonostante il recupero non sia certo), che continuano a essere un vulnus dei conti dell’Ente, soprattutto quelli inseriti ma che sono vecchi di oltre cinque anni. Non solo la scarsa capacità di riscuotere le entrate proprie, nonostante l’appalto esterno proprio per il recupero da evasione di tributi. Non solo il non essere riusciti ad alienare parte del patrimonio immobiliare – aspetto, questo, che dipende anche dall’andamento del mercato – o a recuperare i milioni spesi per gli affitti passivi (in questo caso, il piano per recuperare la maggior parte delle somme è stato presentato appena qualche settimana fa e darà i suoi frutti a partire dall’anno prossimo).

A destare nuove preoccupazioni tra i giudici contabili c’è anche la massa di passività, quei debiti fuori bilancio che, pesano come un macigno sulle casse del Comune e che potrebbero portarlo al dissesto. “L’eventuale emersione di ulteriori passività e criticità – si legge nella relazione – può determinare effetti pregiudizievoli ai fini della valutazione della sostenibilità del piano e della possibilità di pervenire a un effettivo risanamento finanziario”. E sembra sia accaduto proprio questo: come scrive la Corte dei Conti, rispetto alle previsioni del piano di rientro, nel quale i debiti fuori bilancio ammontato a poco più di 94 milioni – al 23 marzo 2015, questi sono pari a 134.676.486,45 euro. Mancano all’appello 40 milioni che, secondo la Corte diventano 50, considerata l’esposizione complessiva dichiarata in fase di redazione di piano che, al netto di alcune voci risulta essere di 84.220.978,21.

Un falso problema, secondo l’assessore Girlando. Le criticità sollevate dalla Corte attengono alla fase di redazione del piano. Inoltre – continua – la cosa importante è che non si tratta di maggiori debiti, perché in realtà questi sono stati pagati dal Comune, quindi non c’è un’esposizione maggiore”.

Ma rimangono anche altre criticità, come quelle legate alle procedure di accertamento e riconoscimento dei debiti – secondo i magistrati contabili l’amministrazione procederebbe fuori dalle norme contabili – e all’accertamento tributario, voce quest’ultima particolarmente importante dal momento che, come ammette lo stesso Girlando, la città, di fronte ai costanti tagli nei trasferimenti statali e regionali, potrà contare solo su entrate proprie. Per questo, una volta scaduto l’attuale appalto esterno, “che non ha dato i frutti sperati”, spiega Girlando, il servizio verrà di nuovo messo in gara.

In ogni caso, al netto delle criticità, i giudici palermitani plaudono al lavoro dell’attuale amministrazione, in riferimento al secondo semestre del 2014. Come sottolinea Girlando. “La Corte dichiara in maniera chiara che la gestione del il piano di rientro è più che ottimale – conclude. Il risparmio realizzato dalla nostra amministrazione è maggiore di 14 milioni rispetto a quello preventivato”.

M.T.

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