Dedicato a tutti i poveri cristi… “Lavoro in un call center” il nuovo singolo di denuncia di Paolo Antonio – ASCOLTA IL BRANO

Si ispira a Gesù l'ultimo singolo di Paolo Antonio Lavoro in un call center

Si ispira a Gesù l’ultimo singolo di Paolo Antonio Lavoro in un call center

Laureato, trentenne, con l’auricolare indossato come una corona di spine e lavora in un call center. Descrive questo il nuovo singolo “Lavoro in un call center” scritto, arrangiato, cantato e prodotto da Paolo Antonio che prende in prestito, con una metafora ben resa, una delle più importanti figure storiche che l’umanità abbia mai conosciuto per denunciare la moderna schiavitù del precariato. Gesù Cristo. Il cantautore siciliano, con il suo solito estro e la sottile ironia, ha scelto il trentatreenne più noto al mondo e lo ha vestito dei panni di un giovane di oggi, costretto, come molti suoi coetanei, a lavorare in un call center.

“L’idea mi è venuta dalla considerazione che, per molti giovani, la condizione di precario rappresenta una flagellazione quotidiana – spiega il cantautore. Sono dei “poveri cristi” che indossano l’auricolare, che è un po’ la loro corona di spine, e che sono destinati a una crocifissione prima o poi segnata: la scadenza del contratto”. Insomma, un brano per denunciare il calvario dei precari italiani in modo choc. “Se avessi raccontato la storia di un precario qualunque – continua Paolo Antonio – non avrei ottenuto lo stesso effetto. Raccontare la vita di un trentatreenne molto speciale, ha reso speciale questa vicenda”.

Una storia di ordinaria quotidianità, dunque, quella di tantissimi giovani e non solo, costretti a veri e propri martiri. “Non si tratta di una contestazione nei confronti di chi lavora nei call center – precisa il cantautore – ma di una denuncia contro il sistema dei “polli in batteria”: quegli operatori che devono telefonare a ripetizione nella speranza di vendere un contratto a qualcuno. Lavoratori spesso sfruttati che non traggono guadagno né soddisfazione da ciò che fanno”. Il brano “Lavoro in un Call Center”, seppure in un momento di forte disoccupazione, vuole essere dunque uno sprone ai lavoratori affinché pretendano il rispetto della propria dignità personale, prima ancora che professionale.

Nessuna voglia di blasfemia, dunque, nonostante il rischio che in molti possano protestare contro questo video. “La mia intenzione non è abusare dell’immagine di Gesù – tiene a sottolineare il cantautore – ma prendere in prestito l’icona del sacrificio per eccellenza, un alto rappresentante della gente comune”.

9 Lavoro in un call center paolo antonioIl video si conclude con l’amarezza del licenziamento che, tuttavia, è anche un’opportunità di liberazione, anzi, una “resurrezione”. Gesù si unisce a Paolo Antonio, che nel video veste i panni di un artista di strada, e insieme iniziano a suonare. “È un finale che vuole rappresentare la riconquista delle proprie passioni, contro l’alienazione a cui si è solitamente sottoposti” – spiega Paolo Antonio. Un altro brano di impegno civile per l’artista siciliano. Il cantautore, infatti, è spesso impegnato in progetti sociali. Con la sua musica, sempre scanzonata e pop, promuove messaggi importanti, come nel brano antiracket “Piacere Salvatore”, a sostegno dell’associazione Addiopizzo. La regia del videoclip è di Marco Pirrello che, insieme a Paolo Antonio, ha curato anche la sceneggiatura.
Il casting è avvenuto tramite Facebook: il cantautore ha pubblicato un post alla ricerca di un sosia di Gesù, ricevendo decine di candidature in pochi giorni.
Il video è interamente autoprodotto da Paolo Antonio.
Il brano “Lavoro in un Call Center” è disponibile in tutti i negozi digitali, è stato arrangiato da Salvo Dub e registrato da Carlo Longo.

Vuoi lasciare un commento?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *