Alleanza tra Sicilia Democratica e Pdr. Arcidiacono: “Cartello per le elezioni e nulla più”, la politica rimpiange Lino Leanza

Sebastiano Arcidiacono

Sebastiano Arcidiacono

“Un tentativo di fare cartello per presentarsi alle elezioni e nulla di più”. A parlare è Sebastiano Arcidiacono, vicepresidente del Consiglio comunale di Catania ed esponente di Sicilia democratica, la creatura di Lino Leanza (all’inizio era Articolo 4, poi “lasciato” dall’ex deputato al collega Luca Sammartino), orfana del padre dalla scomparsa dell’ex vice presidente ed ex assessore regionale. Il riferimento è all’annunciata alleanza di Sd con i riformisti del Pdr che, secondo Arcidiacono, altro non sarebbe se non un escamotage per ottenere più consensi in caso di confronto elettorale, più che un vero progetto politico. Tanto da spingerlo a chiedere, insieme ai colleghi esponenti di Sd di Messina, Siracusa e Ragusa, un incontro di vertice per fare il punto e decidere per il futuro. “Personalmente ritengo che il problema non sia l’alleanza o meno con il Pdr – spiega l’ex assessore alla Famiglia dell’amministrazione Stancanelli – ma il metodo, oltre che il merito. Contesto il primo, perché ritengo, e con me anche altri, che le scelte vadano condivise ed effettuate in base a un programma politico condiviso, che abbia una prospettiva che non si esaurisca al momento elettorale. Quello di cui si parla – aggiunge – non ha nulla di tutto questo, ma sembra un cartello per esistere e resistere sulla scena”.

Partito della Rinascita SICILIA-DEMOCRATICANiente a che vedere, per Arcidiacono, con il movimento fondato da Lino Leanza. “Lui intendeva questo per politica – continua il vicepresidente del Consiglio – e aveva dato vita a un progetto che fosse legato alla gente e ai territori. Mi piacerebbe che Sicilia democratica rimanesse questo – sottolinea – e non un soggetto senza idee e senza programma, perché ritengo che un partito non possa fare politica preparandosi solo alle consultazioni elettorali”.

Lino-LeanzaPer questo, Arcidiacono, non è sicuro di voler rimanere in SD, come il collega Carmelo Nicotra. “Per adesso non ci muoviamo – prosegue – ma vogliamo un progetto che sia in continuità con l’idea di Leanza. Oggi invece manca la leadership, e questo è più che evidente: l’assenza di Lino si sente”.
Insomma, o Sicilia democratica supererà il panico da elezioni e la volontà di fare gruppo per rimanere nel panorama politico, oppure potrebbe anche perdere pezzi, e anche di un certo calibro. Non solo Sebastiano Arcidiacono, secondo cui “rimanere in un soggetto contenitore privo di prospettiva non sarebbe rendere un buon servizio alla politica e alla comunità”. Ma anche altri esponenti che, infatti, chiedono ai vertici regionali un incontro per fare il punto. Non ottenendo, almeno fino a oggi, però, alcuna risposta.

MT

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