Una riflessione su quell’urlo di dolore straziante della lettera che la mamma di Luca ha inviato alla mamma di Giordana

Ciao Giordana«Cara Vera, forse non mi crederai mai, ma il giorno che è morta Giordana è morto anche Luca e sono morta dentro io.
Da quel maledetto giorno non riesco a darmi pace, non riesco a capire cosa ho sbagliato.
Io che ho sempre educato i miei figli secondo i valori cristiani, che ho sempre sperato che un giorno mi avrebbero reso fiera dei sacrifici che ho fatto portando avanti questa famiglia.
So che è difficile per te crederlo, ma amavo tua figlia come se fosse la mia. Ricordo ancora la scorsa settimana i nostri figli che, sereni, guardavano la televisione insieme alla bambina e mai avrei potuto immaginare che di lì a qualche giorno tutto sarebbe crollato su tutti noi.
Mio figlio ha sbagliato e pagherà per quello che ha fatto ma la violenza, prima d’ora, non era mai stata nel carattere di Luca, né nei valori che gli ho trasmesso. Se ho sbagliato come madre vi chiedo perdono per il dolore immenso che state provando, un dolore che provo anche io e che non avrà mai fine.
Da mamma a mamma
Antonella».

È una lettera senza data quella che Antonella, la mamma di Luca, ha mandato alla mamma di Giordana tre giorni il dopo il funerale di sabato. Senza data. Un foglio a righe anonimo e la consapevolezza che non serve neanche leggerla per entrare nei loro cuori e toccare con mano il dolore che le due mamme stanno vivendo. Vittime entrambe di un atto così assurdo, feroce e degradante che mai nessuno potrà giustificare. Due famiglie distrutte, una giovane mamma strappata alla vita e una bimba di quattro anni che si porterà il peso di questa tragedia per tutta la vita insieme al ricordo di aver festeggiato con entrambi i genitori un compleanno che non tornerà mai più.

È una lettera breve e intensa quella di Antonella, una di quelle che mai potremmo pensare di scrivere e che non riesce a ridimensionare il dolore sordo di una colpa atroce di cui, chi scrive, si sente responsabile in prima persona. Sono gocce di emozioni che cadono dagli occhi al foglio, guidati da una penna sbilanciata dal peso dell’angoscia. Non cercano assoluzione ma condivisione lancinante di un’esistenza che mai più sarà uguale. Né per le due nonne, né per la piccola nipotina vittima inconsapevole di questo gioco al massacro.

I funerali di Giordana Di Stefano (ph LiveSiciliaCatania)

I funerali di Giordana Di Stefano (ph LiveSiciliaCatania)

Una lettera che è l’urlo di un dolore privato… ma allora che ci fa su tutti i giornali? Come è arrivata a Radio Amore e ad Antonio Spitaleri, i primi che l’hanno resa pubblica? È stata la mamma di Giordana? O è stata Antonella, la mamma di Luca? Perché sapere chi l’ha resa pubblica cambia la prospettiva e inclina l’uno o l’altro i due piatti della bilancia. In questo mondo in cui i fatti di cronaca diventano palcoscenici per tutti, anche per le vittime intese in senso lato, siamo ormai abituati a muovere i nostri sentimenti e le nostre lacrime anche per guadagnare un posto in una famosa e pietosa trasmissione nazionale. È questo mondo 2.0 che ce lo impone sostituendo alle aule dei tribunali i plastici di Vespa, se siamo fortunati, o il salotto di Canale 5.

Ecco perché non sappiamo più quanto vale un’emozione, Non sappiamo se è vera o se invece è costruita a uso e consumo degli addetti ai lavori in cambio di un ritorno personale, se è possibile anche economico.

Nonostante tutto ci piace pensare che le emozioni strazianti contenute nella lettera di Antonella siano vere e reali. Vogliamo credere che sia il frutto di un appello di disperazione e una richiesta di comprensione. È l’unica strada che ci sentiamo di percorrere per non aggiungere altro dolore a questa morte così angosciante che ha straziato tutti. Anche chi non ha mai conosciuto Giordana.

Monica Adorno

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