Fondi per la cultura, una tavola rotonda a Bari per cinque Regioni del Sud. Grande assente la Sicilia… ha altro da fare

Benvenuti al Sud - manifesto_Bari-1L’iniziativa si chiama “Attori, Danzatori e Musicisti, benvenuti al Sud. Lanciamo un sasso per i lavoratori dello Spettacolo” e si terrà a Bari, al Teatro Petruzzelli lunedì 9 novembre con inizio previsto alle ore 10. La tavola rotonda è stata lanciata da Slc Cgil che ha invitato i presidenti, gli amministratori locali e i protagonisti del mondo dello spettacolo delle cinque regioni del sud: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

In tanti hanno risposto e, come si vede nella locandina, alla tavola rotonda parteciperanno il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’assessore alla Cultura della Puglia, Loredana Capone, il presidente della regione Calabria, Mario Oliviero, e il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pitella. Nessun politico, ma proprio nessuno, sarà lì a rappresentare la Sicilia alla quale invece dovrebbe pensare il segretario generale regionale Cgil, Michele Pagliaro. Puglia, Calabria e Basilicata avranno politici e sindacalisti alla tavola rotonda che sarà condotta da Oscar Iarussi, capo redattore Cultura e Spettacolo della Gazzetta del Mezzogiorno, la Sicilia e la Campania no.

Polemiche? Forse, ma ci atteniamo al programma ed evidentemente la politica siciliana ha altro da fare piuttosto che partecipare a una tavola rotonda che i presidenti di ben tre Regioni su cinque hanno considerato importante. Il sostegno alla cultura che negli anni si è assottigliato sempre di più e sono i numeri che lo dicono, quelli riportati nella nota della Slc Cgil che sottolinea che “il comune di Milano investe in cultura 139,20 euro per abitante, Firenze scende a 182,90 euro, Palermo spende 21,40 euro e Napoli appena 16,70 euro. Confrontando il dato del 2006 con quello del 2013 emerge che le provincie, complessivamente, riducono del 52% gli stanziamenti. Dal 2005 al 2013, poi, le erogazioni liberali calano di circa il 19%.

“È necessario invertire questa tendenza e per farlo è indispensabile mettere in una relazione stretta e dinamica i lavoratori e i cittadini, le istituzioni e i sindacati, le necessità di chi per lavoro fa cultura e le scelte politiche. Parliamo, infatti, di imprese che producono prodotti immateriali, ma che sono fonte di lavoro e di sviluppo e di coesione sociale.

“Le regioni del Sud manifestano una grande vivacità nel settore culturale ma rischiamo di spegnersi. Le risorse pubbliche e la loro consapevole distribuzione, sono indispensabili per permettere alla Sicilia, alla Campania, alla Basilica e alla Puglia non solo di rilanciare loro economia, ma anche per ridisegnare finalmente territori che siano attraversati da reti efficienti di trasporti, punti eccellenti di accoglienza dei turisti e un’industria che riconosca all’arte e ai lavoratori che la producono dignità e certezze.

“Per questo Slc Cgil ha invitato amministratori locali, sindacalisti e protagonisti del mondo della cultura a sedersi l’uno accanto all’altro e dialogare apertamente per trovare obiettivi e strategia condivise”.

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