Politiche agricole e regole. Europa finalmente più vicina alla Sicilia

Il commissario Hogan e la vice presidente del parlamento McGuinness a Catania per un tour sugli effetti della Pac nei territori coinvolti. All’eurodeputato Giovanni La Via il merito di aver organizzato un incontro che ha offerto chiarezza a chi la Sicilia la vive da Bruxelles

Cutrera, Hogan, La Via, Castiglione, McGuinness

Cutrera, Hogan, La Via, Castiglione, McGuinness

Un’Europa un po’ più vicina, un po’ più umana. Questa la sensazione che ha lasciato l’incontro “Le politiche europee per lo sviluppo dell’agricoltura mediterranea”, organizzato dall’eurodeputato Giovanni La Via con il commissario europeo, Phil Hogan. Un momento per discutere di agricoltura, in particolare di quella siciliana, delle sue problematiche e delle difficoltà acuite dalla legislazione europea, che ha visto gli agricoltori, consorziati in varie realtà, inanellare una serie di domande e di richieste per fare capire all’Europa – fatta prima di tutto di uomini – cosa significa, per chi lavora la terra e vive dei suoi prodotti, barcamenarsi con accordi bilaterali non certo vantaggiosi, fronteggiare la concorrenza dei prodotti provenienti dagli altri paesi, sopravvivere di fronte alle regole dettate da un’istituzione spesso troppo lontana dai territori per capirne le caratteristiche profonde. A partire dalla necessità di valorizzare i prodotti, unici, della Sicilia, fino alle problematiche fitosanitarie, passando per la filiera alimentare, l’incontro allo Sheraton è stata occasione preziosa per parlare agli uomini dell’Europa – considerati politici e burocrati distanti anni luce dai cittadini europei – della Sicilia in Europa. Sembra scontato eppure non lo è, neanche per gli uomini che l’Europa – in senso politico e burocratico – la vivono e ci lavorano tutti i giorni.
“Con questa manifestazione chiediamo risposte concrete ai problemi dell’agricoltura mediterranea e siciliana in particolare” ha esordito La Via nel corso della conferenza stampa, toccando i punti nevralgici che da tempo mettono in ginocchio gli agricoltori, e formulando una richiesta, di fatto, non più rinviabile: “Sbloccare le misure di investimento, e tutelare le nostre produzioni. Per questo – ha aggiunto La Via – abbiamo bisogno del supporto dell’Europa”.

La Via, Hogan, Castiglione, Mc GuinnesUn supporto mai negato, ha sottolineato il commissario Hogan che ha confessato di essere in Sicilia per la prima volta ma di aver voluto intraprendere questa sorta di tour per meglio comprendere gli effetti della Pac (Politica Agricola Comune) sui territori coinvolti. “Cerco di capire i problemi dell’agricoltura e del commercio mediterraneo direttamente sui luoghi – ha detto – e di sentire dagli interessati le problematiche legate all’applicazione della Pac. Non esiste, è vero, una norma che vada bene per tutti – ha aggiunto – per questo la politica agricola comune è molto flessibile e applicabile a seconda delle necessità”. Necessità che, nel caso dei prodotti siciliani, sono amplificate dalla politica applicata ai Paesi in via di sviluppo. Come nel caso delle arance.
Come evidenziato dalla Cia, il consorzio degli agricoltori italiani che già in occasione dell’incontro con l’assessore regionale Antonello Cracolici, aveva avanzato richieste per il sostegno al settore. Richieste ribadite al commissario europeo. “Occorre prendere un impegno preciso a difesa dell’agricoltura siciliana – ha affermato la presidente Rosa Castagna – un settore che offre lavoro a migliaia di persone, ma che subisce la concorrenza sleale da parte di altri paesi dell’area mediterranea. Le coltivazioni di arance rosse della Piana di Catania, del pomodoro di Pachino, del limone di Siracusa, ma anche dei cereali, dell’uva e delle olive, rappresentano una fetta importante dell’economia dell’Isola – ha aggiunto il referente provinciale, Giuseppe Di Silvestro – gli agrumicoltori siciliani hanno dei costi maggiori di produzione e di manodopera e sono costretti a vendere arance a un euro al chilo, mentre i paesi del nord Africa riescono a piazzare i loro prodotti a molto meno. Purtroppo la logica complessiva che muove certi accordi a livello europeo è fin troppo chiara e troppo spesso trascura il possibile impatto su filiere strategiche per le economie di alcuni territori”.

Certificato Olio Igp da Unione Europea

Certificato Olio Igp da Unione Europea

Elementi di “crisi” su cui si è soffermata anche la vicepresidente del parlamento europeo, Mairead McGuinness convinta della necessità di “controlli sui prezzi lungo la filiera e un trattamento equo, e in questo il Parlamento europeo – ha detto – ha un ruolo fondamentale, per far avviare il messaggio alla Commissione di quanto sia fondamentale l’agricoltura e il sistema agricolo per l’intera Europa”.
Suggestioni e input di cui Hogan ha preso appunti prima di impegnarsi, di fronte la platea: “È chiaro che i paesi del Mediterraneo stanno affrontando problematiche tipiche del sud e queste sono cose cui faremo riferimento nelle nostre politiche, anche oltre il 2020. Saremo sempre disposti – ha assicurato – a discutere con voi di queste politiche”. Parole, prima che fatti. Ma importanti per iniziare a sentirci in un’Europa più vicina.
02 b - Bottiglia OlioEd ecco in concreto con le strategie promesse da Hogan dinnanzi alla platea del convegno: “Lo scorso luglio ho annunciato l’erogazione di 500 milioni di euro, di cui 21 per il latte, e per la Sicilia sono previste misure ad hoc per l’ortofrutta, a partire da gennaio 2017”, informa il commissario, spiegando che per gli accordi bilaterali, ha chiesto che si faccia “una valutazione di impatto sia per gli aspetti negativi, sia per quelli positivi, da pubblicare entro novembre”.
Un bottiglione di olio di oliva Igp regalato al commissario e alla vicepresidente europei ha, infine, festeggiato il riconoscimento ufficiale del marchio.
M:T.

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