La lettera di Bianco ai catanesi fa nascere tanti dubbi e domande

Perché una lettera senza destinatario? Perché scriverla adesso? Perché dare tutte le colpe a Stancanelli e sfuggire, da mesi, un confronto tanto atteso?

02 B - Enzo Bianco - Presentazione Sicilia Futura al Centro Ulisse di CataniaPerché una lettera aperta ai cittadini? Perché una comunicazione unilaterale nella quale si elencano – poche – attività svolte, molte in procinto di partire e visioni del “futuro” di una città, a giro di boa abbondantemente superato? E perché proprio adesso? Quando la nota per la stampa (non proprio una lettera, dato che manca il destinatario) è arrivata nella casella di posta elettronica – ovviamente dopo le 19, come ormai ci ha abituato l’ufficio stampa di Palazzo degli Elefanti – una serie di domande ha affollato la mente di chi si pone alcuni dubbi prima di pubblicare. E noi ce ne siamo posti un paio ai quali proviamo a dare anche una risposta.
A cominciare dalla tempistica che, di fatto, corrisponde all’avvio della campagna elettorale per le prossime regionali. Non che questa sia mai cessata, nel Paese perennemente in campagna elettorale, ma è innegabile lo sprint che la politica ha impresso alla propria comunicazione proprio negli ultimi tempi. Non lo ha fatto solo Palazzo degli Elefanti e il suo cittadino più illustre: un po’ ovunque si respira aria di corsa al voto, ma sembra chiaro che le mosse del sindaco primaverile siano rivolte più agli elettori che ai cittadini.
La stessa alleanza suggellata nuovamente con lo scomodo – sicuramente per la forza politica all’interno dell’aula consiliare – Luca Sammartino, può essere letta in questa chiave. E la lettera come una sorta di motivazione a questa “unione” di convenienza. Lo afferma Bianco nella lunga missiva: “Dobbiamo realizzare i grandi progetti che siamo riusciti a conquistare e concretizzare quelli più piccoli ma altrettanto importanti per i cittadini – scrive -. E per farlo abbiamo bisogno di un’azione larga e condivisa: sono tante le energie in città che sentiamo l’esigenza di coinvolgere e valorizzare, così come nel consiglio comunale”.
L’apertura alla città sarebbe allargare la base del consenso interno agli articolisti, piazzati alla guida di tre importanti partecipate ed entrati anche in Giunta con Nuccio Lombardo, già capogruppo, oggi nuovo assessore al Commercio. “Nessun rimpasto”, si affrettano a dire dal Palazzo. “Lombardo prende il posto della Mazzola, nominata anche lei in quota Articolo 4”. Ma ora, parecchi mesi dopo le dimissioni dell’ex assessore, la scelta ha un sapore diverso, molto politico, molto elettorale. Atmosfera che si ripete nella seconda parte della lunga missiva, nella quale il sindaco sembra recuperare la sua retorica “floreale”, chiedendo sforzi per rendere la città più vivibile, più equa, più giusta e più verde. Una serie di progetti – che potranno essere realizzati con i soldi governativi del Patto per Catania – tra i quali spicca il sempreverde completamento di corso Martiri della Libertà, “che porterà investimenti ingenti, per un totale di due miliardi di euro, e migliaia di posti di lavoro”, ma anche “meno buche nelle strade” e “progetti e deleghe per far vivere ai catanesi la città: Adotta una piazza, per permettere ad aziende e associazioni, tramite sponsorizzazioni, di curarne il decoro; Viviamo i parchi, per incentivare i cittadini e le associazioni ad usufruire di più e meglio, anche di sera, dei parchi cittadini; Parco Gioieni, parco dello sport”, e altri.
Il sindaco poi, forse in risposta alle critiche di chi, e sono in tanti, da tre anni gli contesta distanza dalla città e dai suoi abitanti, annuncia di voler “ascoltare la voce dei cittadini”, con l’istituzione di “una delega specifica riguardante la democrazia partecipata, e con “il rapporto diretto coi catanesi”, che saranno ricevuti una volta la settimana a Palazzo.
Un elenco di volontà, di idee da realizzare, quasi fosse stato eletto ieri. Un elenco di annunci dal sapore elettorale. Lo stesso nella parte finale della lettera dove, con caduta di stile, Bianco accusa Stancanelli e la passata amministrazione di aver trasformato la città in una giungla, impedendogli di poter amministrare serenamente. “Adesso la macchina, dopo una lunga riparazione, peraltro non ancora conclusa, può partire e viaggiare verso i traguardi che merita” – scrive in chiusura il sindaco. Dimenticando forse che, dopo più di tre anni, sarebbe il caso di fare il proprio, personale, bilancio. Quello di metà mandato, annunciato più volte, che la cittadinanza ancora attende.
M.T.

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