Catania “scippa” l’Autorità al Porto di Augusta. Ed è guerra

Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha nominato Catania Autorità del Sistema Portuale della Sicilia Orientale basandosi su un parere di Crocetta. Eppure un regolamento europeo individua e sancisce al porto megarese la qualifica di “Core”

Delrio e Bianco

Delrio e Bianco

È iniziato tutto con un comunicato stampa con cui il Comune di Catania annunciava di essere diventato “sede dell’Autorità del Sistema Portuale della Sicilia Orientale”. “Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio – afferma Enzo Bianco nella nota – ha firmato il decreto con cui si stabilisce che il capoluogo etneo sarà il punto nevralgico del “Sistema portuale del Mare di Sicilia Orientale”.
“Un ulteriore, importante riconoscimento per la nostra città – ha continuato Bianco – grazie alla credibilità che in questi anni ha conquistato a livello nazionale e internazionale. Il porto di Catania cresce, una crescita che punta anche sulla piena sinergia con quello di Augusta, entrambi punti strategici per lo sviluppo economico del Distretto del Sud Est, il più produttivo e attivo dell’intera Sicilia”.
Questo si leggeva nella nota inviata da sabato scorso ed è proprio da quella nota che è nata una protesta senza fine che vede Augusta in testa – insieme a Melilli e Priolo – per difendere la supremazia del suo porto, su quello di Catania, sancita da un regolamento europeo del 2013 che individuava nel porto megarese (inserito tra quelli “Core”) un’importanza e una centralità che evidentemente mancava a quello etneo.
In effetti è risaputo che il porto di Augusta ha una vocazione commerciale mentre quello catanese è sicuramente più turistico. Ed è per questo che da decenni si parla di una netta demarcazione delle competenze che poi, nella pratica, non è mai stata davvero ufficializzata e separata.

La zona del Porto di Catania

La zona del Porto di Catania

In tutto questo è intervenuta la riorganizzazione dei porti italiani voluta dal ministro Delrio (D.lgs 169/2016) con la nascita delle “Autorità di Sistema Portuale” e l’individuazione di 15 autorità in tutta Italia con il compito di coordinare, con un ruolo strategico di indirizzo e programmazione, ciascuno nella propria area di competenza, i 57 porti che fanno parte del sistema nazionale. In Sicilia le Autorità sono due: quella Occidentale con Palermo, Termini Imerese, Porto Empedocle e Trapani; quella Orientale con Catania e Augusta. Messina, Milazzo, Tremestieri fanno invece parte della “Autorità dei Mari Tirreno Meridionale e Jonio e dello Stretto” insieme ai porti di Gioia Tauro, Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Vibo Valentia e Reggio Calabria.

Il parere di Crocetta

CrocettaCon questo riordino cambia, insomma, tutto lo scenario italiano e siciliano e di certo c’è qualcuno che proprio contento non è. Uno di questi è proprio il porto di Augusta che si è visto scavalcare da Catania in una competizione che, alla luce del regolamento europeo, non avrebbe dovuto esserci. E la domanda è se il porto “Core” è quello di Augusta, perché mai dovrebbe essere Catania sede dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia Orientale? Il quesito ha fatto saltare in aria tavolini, fatto scrivere carte bollate con un’interrogazione parlamentare e mossa un’accusa al presidente Crocetta per aver suggerito, al ministro, di preferire e scegliere Catania e non Augusta.
Il governatore si è difeso scrivendo che “L’organizzazione dei porti di interesse nazionale non è di competenza della Regione ma del Ministero delle Infrastrutture. Mi dispiace essere stato tirato in ballo nel conflitto tra Catania e Augusta, per quel che mi riguarda sono il presidente di tutti, allo stesso modo”.
Insomma il presidente liquida la querelle lavandosene le mani, ma un parere con protocollo n. 15404 inviato il 12 settembre 2016 al ministro Delrio, e firmato proprio da Crocetta, non sembra poi così neutrale. Oggetto del parere l’istituenda AdSP del Mare di Sicilia Orientale istituita con il D.lgs n 169 del 4 agosto 2016. Insomma la legge voluta da Delrio ed entrata in vigore il 15 settembre successivo.

Porto Augusta

Porto Augusta

Cosa disse Crocetta in quel parere? Disse che “il Porto di Catania è, anche storicamente, la vera infrastruttura Core del nuovo sistema portuale e logistico della Sicilia orientale” e che “di fatto nell’ambito del programma europeo delle Reti TEN-T oggi è il porto della città metropolitana di Catania a possedere i requisiti di centralità per essere individuato come Core”. E continua specificando tutte le peculiarità, infrastrutturali e logistiche, che rendono il Porto di Catania quello davvero rispondente alle caratteristiche “Core network” precisate nel regolamento europeo e già riconosciute al porto di Augusta, anche se “la sua (di Augusta) distanza, accessibilità e connettività alla rete intermodale e all’area metropolitana supera i 45 minuti medi di percorribilità”. Il parere si conclude con la richiesta di individuare Catania quale Autorità di Sistema Portuale del Mar di Sicilia Orientale – così come era previsto nella vecchia legge che istituiva le Autorità Portuali, la n. 84/94 – e di mantenere Catania, per un periodo di 36 mesi, dell’autonomia finanziaria e amministrativa di tale Autorità”. Insomma Crocetta azzera il regolamento europeo del 2013 e la nuova legge del 2016 e fa fare un salto indietro nel tempo di 22 anni… Delrio accoglie il parere e sceglie Catania. A due giorni dalla scelta il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, parla di “scippo” perpetrato alla città di Augusta ma anche del fatto che “il ministro avrebbe voluto attenersi al regolamento europeo ma la diversa decisione del presidente Crocetta” l’aveva costretto a subire. Ma potrebbe anche trattarsi, secondo qualche voce un po’ maligna, di un regalo fatto di proposito a Bianco per fare in modo che da Catania passino finanziamenti e potere di gestione del sistema portuale.

L’interrogazione parlamentare

L'on. Vincenzo Vinciullo

L’on. Vincenzo Vinciullo

L’on. Vincenzo Vinciullo (NCD) scrive nero su bianco che si tratta di “complicità assordante fra Regione e Stato per fare fuori Augusta”. E chiede al “presidente Crocetta di revocare la sua richiesta e al ministro Delrio di applicare e far rispettare la legge a prescindere dalla richiesta di Crocetta”. Per far capire che non sta scherzando Vinciullo presenta un’interrogazione parlamentare ribadendo che “il responsabile unico del provvedimento di killeraggio politico è Delrio” e aggiunge che è “insopportabile che a dare notizia della firma del Decreto è colui il quale dovrebbe usufruire dello scippo, cioè il Sindaco di Catania, che, con un dispaccio personale, rende nota la volontà del Ministro, volontà che rimane ancora oscura, in quanto – prosegue Vinciullo – sul sito del Ministero, ad oggi, non è stato pubblicato il Decreto che, vorrei ricordare anche al Sindaco di Catania, deve essere approvato dal Consiglio dei Ministri, altrimenti è carta che può utilizzare per i propri bisogni fisiologici”.

Per quanto colorite le parole dell’onorevole potrebbero non essere così tanto campate in aria, visto che sulla Gazzetta ufficiale di questa “nomina” ancora nulla risulta. E forse è su questo che Augusta conta di far valere la sua centralità portuale (CORE) e ribadisce e chiede al ministro, tramite Assoporto Augusta e il suo presidente Marina Noè, di “revocare in autotutela ogni eventuale provvedimento che in contravvenzione alle vigenti norme sposti la sede della costituenda Autorità di sistema portuale Sicilia Orientale da Augusta a Catania”.
Chi vincerà il tiro alla fune?
Monica Adorno

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