Medicina | Pronta una class action per i test di accesso

Gli avvocati Leone e Fell oggi pomeriggio saranno a Catania per intraprendere una  vera e propria battaglia di legalità per affermare il diritto allo studio

Leone Fell AvvocatiHanno girato l’Italia per incontrare gli aspiranti camici bianchi che lo scorso 4 settembre hanno affrontato il tanto agognato test d’accesso per Medicina. Un tour che ha attraversato lo stivale e che lunedì approderà a Catania, nella città protagonista di una delle più rilevanti irregolarità, ovvero il cambio di aula, con il passaggio dei ragazzi dall’esterno del plesso, con i metaldetector che, al loro rientro, suonavano all’impazzata, ma senza ulteriori controlli. “È un’irregolarità – hanno dichiarato i legali – che va contro tutti i principi di una selezione pubblica. Non solo potrebbero essere stati introdotti dispositivi elettronici, quali smartphone o smartwatch con il quale collegarsi a internet e cercare le risposte ai quesiti, ma altre persone avrebbero potuto affiancarsi o addirittura sostituirsi ai candidati”.
E proprio l’utilizzo di dispositivi connessi a Internet è stata una delle più eclatanti scoperte dello studio legale. Quest’anno, dopo aver reso noti i risultati di tale scoperta, molti esponenti politici, non solo di maggioranza, sono intervenuti sull’argomento test di Medicina. Il caso sollevato dallo studio legale Leone-Fell ha portato persino alla presentazione di un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Istruzione, a firma Vittoria Casa e Giorgio Trizzino del M5S.

Dopo aver incontrato i ragazzi a Roma, Napoli, Catanzaro, l’appuntamento nel capoluogo etneo è per lunedì alle 15,30 presso il Palace Catania, in via Etnea 218.
Quella dello studio Leone-Fell & Associati è una vera e propria battaglia di legalità che ha come obiettivo non solo quello di garantire il diritto allo studio a migliaia di studenti, ma anche evitare che negli anni a venire possano essere riproposte, nel silenzio colpevole delle Istituzioni, le medesime procedure di selezione che di fatto non garantiscono equità di trattamento.
“Sono migliaia le segnalazioni pervenute anche quest’anno – dichiarano Francesco Leone e Simona Fell – proprio dai ragazzi che hanno effettuato i test d’accesso e che hanno subito sulla propria pelle vere e proprie ingiustizie, tali da impedire loro di accedere al corso di laurea. Tutte queste pratiche, che purtroppo si ripetono di anno in anno, falsano completamente l’intera procedura di selezione che pertanto risulta fallace e non riesce a garantire equità di trattamento e meritocrazia. Per tale ragione abbiamo avviato un ricorso collettivo affinché possa essere ripristinato il loro diritto a intraprendere il percorso di studi desiderato”.

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