Riflessioni | L’Umbria, il Governo, le elezioni e i profeti del giorno dopo

umbria libre, la vittoria di Salvini alle regionali dell'UmbriaNon mi sono mai iscritto alla Associazione dei “profeti del giorno dopo” perché, profetizzare cose avvenute, facendole proprie, sa tanto di becero opportunismo e fino ad oggi, commettendo sicuramente errori, ma pagando di persona, ho preferito rifuggire “dal servo encomio e dal codardo oltraggio”.
L’ultima profezia, non fatta il giorno prima perché troppo facile, e non fatta il giorno dopo perché la fila dei lecchini è interminabile, riguarda i risultati elettorali in Umbria.
La questione non è se era prevedibile, ed in che misura, che il centro destra avrebbe vinto; la questione è: adesso cosa cambierà?
Temo nulla.
Qualcuno più scaltro degli altri, memore che il nome Umbria viene dalla grande quantità di BOSCHI, una volta appannaggio di quella regione, fiutando una imponente deforestazione, è sbarcato dal Titanic prima ancora che partisse, e non ha fatto nemmeno la foto ricordo.
Sottolineando con ciò due cose: non faccio parte del Governo che ha, tanto irritualmente quanto massicciamente presidiato il territorio manu militari, partorendo financo decreti “last minute” sulla ricostruzione post sisma, pare nemmeno pubblicati (vedi: passata la festa gabbato lo santo); essendo indenne dal peccato originario della “commistio sanguinis” PD M5S “sono a disposizione”.
Già, “a disposizione” di chi e per cosa?
Ovviamente del Presidente della Repubblica e per contribuire a formare, al bisogno, un nuovo governo.
E torniamo alla profezia di “nulla cambierà”, ed esaminiamo il cronogramma;
Il 31 Agosto del 2021, cioè fra 22 mesi, si entrerà nel “semestre bianco”, per cui, se a quella data non saranno intervenute elezioni politiche, il prossimo Presidente della Repubblica sarà comunque eletto da una maggioranza giallorossa; e questo è un obiettivo strategico dei quattro +uno oggi al comando.
Con la riduzione di un terzo dei membri di Camera e Senato, solo se masochisti a livello parossistico, gli attuali eletti potrebbero essere disponibili a mollare prima di marzo 2023.
E ciò rafforza ulteriormente la linea del mantenimento della situazione a tutti i costi.
Ciò contribuirà ad ingessare l’attuale assetto, e poco importerà se già 12 regioni su 19, tendenzialmente in ulteriore crescita, sono di centro destra, se il M5S è in caduta libera, se il PD è alla canna del gas, perché “l’imperativo categorico”, alla faccia del Popolo sovrano, è “primum vivere”; anche perché all’orizzonte non si vedono figure motivate a “non restare insensibili al grido di dolore” che proviene dal Popolo.
E allora, ancora una volta mi chiedo: “Quosque tandem abutere patientia nostra”?
Alfio Franco Vinci

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