Riflessioni | Il recovery fund che verrà – forse – a luglio 2021. E intanto chi paga?

GentiloniQuando mesi or sono, per mettere una pezza all’infelice uscita del ministro Gualtieri sull’incerto “QUANTUM” a noi spettante dal Recovery fund, il Commissario europeo Gentiloni, ebbe a dichiarare “Quanto promesso a giugno non è detto che si realizzi”, venne preso per menagramo e, garbatamente, sconfessato dal Governo italiano.
Evidentemente Paolo Gentiloni, politico sottile, poco incline alla spettacolarizzazione del ruolo ricoperto, aveva visto più lontano, ma, soprattutto, gestendo il suo incarico con la consueta diligenza, “marca” il terreno di gioco e fiuta il “fetore di carogna” prima degli altri.
Che poi venga preso per Cassandra e messo a tacere, perché le voci, seppur flebili, se fuori dal coro, danno fastidio, è un altro discorso; e, di ciò per primo dovrebbe interrogarsi il PD, sempre più gregario e sempre meno comprimario, che cerca alleanze con Forza Italia, per poter dire la sua in un Governo ormai di fatto monocolore 5S.
Per la normativa europea alcuni provvedimenti possono essere presi solo all’unanimità.
Uno di questi è la creazione e dotazione del recovery fund; un altro è la riforma del MES; un altro ancora è il bilancio dell’Unione.
La riforma del MES, nonostante molti mal di pancia – anche di casa nostra – è passata, ed oggi, se usato con correttezza, non espone lo Stato percettore a rischi di commissariamento.
Il Recovery fund è ancora in alto mare (da qui il sommesso monito di Gentiloni) e, tanto per essere sicuri che non vada in porto, Polonia ed Ungheria, in nome e per conto degli occulti dante causa nostalgici della lega Ansatica, voteranno contro il Bilancio dell’Unione in cui il Recovery Fund è contenuto.
Come dire muoia Sansone con tutti i Filistei.
Solo che Sansone non può morire, e quindi il Recovery Fund è ad alto rischio di radicale revisione e decurtazione.
Chi ne aspettava, come noi, provvidenze infinite, nella cui prospettiva si è indebitato fino al collo, con la classica promessa del figlio di un centenario “pagherò a babbo morto”, rischia di finire nel peggiore dei modi. Se a ciò si aggiunge che per completare la chiusura della tenaglia il movimento 5S, che ad ogni piè sospinto ricorda con toni minacciosi di essere il primo partito in Parlamento e di aver espresso il premier, blocca inspiegabilmente l’utilizzo dei fondi MES, i giochi sono evidenti.
L’Italia è destinata ad avere: irresponsabili al Governo; commissari di cui è difficile capire la scelta; delegati speciali, di cui nessuno sente il bisogno. E ciò mentre oggi la Germania annuncia che il 15 dicembre, in tutti i Lander contemporaneamente, apriranno i centri vaccinali anti Covid, di cui, evidentemente si è già garantita l’approvvigionamento.
Ancora una volta ci confermiamo i primi assoluti nel mondo nei due sport nazionali: “Facciamoci male da soli” e “Fotti compagno”.
L’obiettivo è chiaro: non farci arrivare al voto fra trenta mesi, per intervenuta inedia psicofisica.
Alfio Franco Vinci

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