Superstizione e ragione in lotta nell’esilarante “Non ti pago”

Tuccio Musumeci

Tuccio Musumeci

Gioco del lotto, smorfia e cabala sono le forze motrici di “Non ti Pago”, una delle più divertenti commedie in tre atti di Eduardo De Filippo. Scritta negli anni 40, ci catapulta ancora in un mondo in cui il diritto si fondava sui principi illogici della superstizione. Questa volta grazie al palcoscenico del teatro Vitaliano Brancati di Catania, strapieno di pubblico, che ne ha ospitato la prima il 6 marzo distribuendo risate a gogò, per tutta la durata della piéce,
Tuccio Musumeci è Ferdinando Quagliuolo, proprietario di un banco lotto, che passa le sue giornate a interpretare i segni che il destino gli invia, tramutandoli in numeri da giocare. Sfortunato come pochi, è costretto ad assistere alle continue vincite di Mario Bertolini (Giovanni Rizzuti), amico di famiglia, innamorato della giovane figlia Stella Quagliuolo (Chiara Seminara), e dipendente nel banco lotto di Ferdinando.

la locandina dello spettacolo

la locandina dello spettacolo

La vicenda gira attorno a un cavillo paradossale che vede avversari Mario e Ferdinando, i quali si contendono una cospicua vincita: il primo la pretende in virtù di motivazioni reali e razionali, il secondo in virtù di legami di sangue più importanti di ogni logica ragione. A farne le spese l’intera famiglia Quagliuolo, soprattutto la moglie Concetta (Olivia Spigarelli), che tenta invano di far ragionare il testardo marito, contando sull’aiuto di Don Raffaele Console (Agostino Zumbo). La conclusione ironica mette fine a ogni discordia riconfermando i valori in cui fortemente credono il protagonista e tutti gli altri personaggi.
Armando Pugliese, con l’aiuto di Norma Martelli, ha diretto un capacissimo cast che ha saputo tener testa alla magistrale interpretazione di Tuccio Musumeci, realizzando, attraverso dialoghi possibili e non artificiosi, una “finestra” in casa Quagliuolo, dal quale il pubblico può sbirciare indisturbato. Un Tuccio Musumeci che è riuscito a mascherare, come solo un grande attore di teatro sa fare, qualche leggero vuoto di memoria realizzando scambi di battute che han reso ancora più realistica e divertente l’intera vicenda.
Una commedia che merita la platea gremita di gente a ogni replica, perché si ha la certezza di uscire dal teatro più che piacevolmente soddisfatti.
Belli anche i costumi, merito di Dora Argento, e le scenografie di Riccardo Perricone. Lo spettacolo andrà in scena fino a domenica 23 marzo.

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