Divertenti, argute, nevrotiche e un po’ folli le tre protagoniste di “Scusate la polvere”, trasposizione teatrale del “Malincomico” romanzo edito nel 2011 della giornalista e scrittrice Elvira Seminara, andata in scena al Teatro Musco di Catania dal 18 al 23 marzo.
Il titolo, ripreso dal caustico epitaffio che Dorothy Parker aveva pensato per la sua lapide, indirizza immediatamente lo spettatore verso una corretta chiave di lettura dell’intera vicenda: l’ironia (divertente o tragica che sia).
Figlia di una donna svampita e un po’ figlia dei fiori (Loredana Solfizi), Coscienza – Zen per le amiche – (Luana Toscano), è una donna di mezz’età estremamente precisina e razionale, la quale, dopo esser rimasta vedova in seguito ad un tragico incidente, che tolse la vita al marito Andrea, si abbandona, trascurata e inerme, allo scorrere delle giornate.
Subentrano in suo aiuto le esuberanti amiche Mia (Giorgia Boscarino) e Alice (Egle Doria), che con un modo di fare singolare, spingono la ancora giovane Zen a reagire al lutto, dato che a 44 anni ha ancora tutta una (mezza) vita davanti.
A fare da cornice alla vicenda l’atletica e seducente vicina Ebe (Giada Colonna), trentenne e già vedova, che al contrario di Zen ha preso in mano le redini della sua vita.
Ma un’inaspettata rivelazione irrompe distruggendo il ricordo di un “perfetto” matrimonio: Andrea, quel tragico giorno, era in compagnia di una donna, anch’essa vittima dell’incidente. Zen così si trasforma in una sorta di detective, che va di qua e di là per scoprire la verità: il suo amato Andrea la tradiva o esiste un’altra spiegazione?
Adattata da Rita Verdirame, diretta da Giampiero Borgia, ambientata in una scenografica piscina senza acqua (realizzata da Dora Argento), “Scusate la polvere” è una brillante e fresca commedia, leggera ma allo stesso tempo significativa, specchio della vita con tutti gli umori e gli imprevisti che la caratterizzano.
Brave le attrici, che hanno saputo dar vita ai personaggi della Seminara, cosi come li aveva immaginati, mettendo in scena la solidarietà, la rabbia, il dolore, lo spirito di iniziativa e la paura di invecchiare che accomuna un po’ tutte le donne.
Lo spettacolo andrà nuovamente in scena il 29 e il 30 marzo al Teatro Comunale di Trecastagni.
Ramona Minacapilli