52 milioni di euro per l’impiantistica sportiva sono a rischio. Se la Regione non dovesse emanare i decreti di finanziamento entro poche settimane, i soldi torneranno alla Ue che li aveva erogati. Il grido d’allarme, ormai concreto, interessa 37 impianti sportivi già in graduatoria e con progetti cantierabili, disseminati in tutta l’isola.
Per questo motivo si è tenuta ad Acireale una conferenza stampa promossa dal fiduciario del Coni delle Aci, Massimiliano Trovato, a cui hanno preso parte il delegato provinciale del Coni, Genny La Delfa, il responsabile dell’impiantistica Coni in Sicilia Anna Sapienza, del presidente del Comitato regionale Fihp Filippo Cavallaro, dei rappresentanti di numerose società sportive «ma nella totale assenza della deputazione regionale catanese che abbiamo invitato e della rappresentanza del Governo regionale anche questa invitata. Pazienza, il mondo dello sport se ne farà una ragione», dice amareggiato Massimiliano Trovato.
Il delegato Coni per Catania, Genny La Delfa ha immediatamente centrato l’obiettivo, parlando senza mezzi termini: «Lo sport isolano umiliato dal governo regionale e certamente non solo per le contribuzioni alle società chiamate ad integrare e reintegrare le domande, ma anche perché adesso la nostra Regione potrebbe non erogare neppure i finanziamenti già stanziati per gli impianti. Soldi della Ue che l’Unione europea ha dato ai siciliani e di cui la Regione non riesce a fare nemmeno i decreti di finanziamento. Peccato che non si riesca a capire come sia davvero a rischio la funzione sociale dello sport e non lo si riesca a capire proprio oggi con un governo guidato dal Presidente Crocetta che è personaggio antesignano delle battaglie antimafia e di crescita civile».
Per Anna Sapienza si tratta di «vero e proprio disinteresse verso le comunità locali e verso la funzione sociale dello sport che ha negli impianti uno degli aspetti da seguire con maggiore attenzione. Vorremo tutti nuovi impianti o migliorie agli impianti esistenti, ed è assurdo restituire indietro all’Unione europea 52 milioni di euro che sarebbero serviti non a tutto, ma certamente a migliorare 37 strutture. Una eresia in termini anche occupazionali e di investimenti sul territorio».