Finalmente le Province non ci sono più o, meglio, comincia veramente l’iter per la loro cancellazione. Nell’attesa di essere abolite con la modifica della Costituzione, le Province avranno funzioni ridotte in quanto enti di area vasta al servizio dei comuni. Saranno guidate dai sindaci e dai consiglieri comunali a titolo gratuito. Molte funzioni saranno trasferite a regioni e comuni, insieme al personale necessario. Alle Province resteranno le competenze su edilizia scolastica, strade provinciali, ambiente e pari opportunità. La legge prevede anche la nascita di nove Città Metropolitane in tutta Italia. Della città Metropolitana fanno parte tutti i comuni del territorio provinciale. La guida il sindaco del comune capoluogo, con il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana: sindaci e consiglieri eletti nei comuni, che si impegneranno a titolo gratuito. Le città metropolitane svolgeranno le funzioni fondamentali delle vecchie province e in più si occuperanno di: sviluppo strategico, economico e sociale del territorio metropolitano, mobilità e viabilità, gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione, informatizzazione e digitalizzazione; delle relazioni istituzionali, comprese quelle con le altre città e aree metropolitane europee.
Alle 9 Città Metropolitane italiane ci sono da aggiungere quelle delle Regioni a Statuto Speciale: Cagliari, Palermo, Catania e Messina. In Sicilia, da qualche settimana a questa parte, c’è già una legge che istituisce le “Aree Metropolitane” ed i liberi consorzi dei comuni.
Ciascun libero consorzio comunale è composto dai comuni appartenenti alla corrispondente provincia regionale, fatta eccezione per i comuni di Palermo, Catania e Messina. «I liberi consorzi comunali continuano ad esercitare le funzioni già attribuite alle Province regionali. I liberi consorzi continuano ad utilizzare le risorse finanziarie, materiali e umane già di spettanza delle corrispondenti province regionali. I liberi consorzi si avvalgono delle sedi già in uso alle corrispondenti province regionali. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i comuni appartenenti ad un libero consorzio, con deliberazione del consiglio comunale adottata a maggioranza assoluta dei componenti, possono aderire ad altro libero consorzio, che abbia continuità territoriale con il comune interessato».
Dunque cosa accadrà. Rimarrà in vigore la legge regionale oppure la Regione siciliana recepirà quella nazionale. A primo sguardo sembrerebbe prevalere la prima ipotesi perché quando una legge è più “dettagliata” acquisisce una certa priorità. Ma staremo a vedere.
Quegli ottanta euro in più in busta
paga almeno a maggio son sicuri
Il taglio delle Province non è l’unico regalo settimanale che Renzi ha fatto all’Italia. Nell’ultimo Consiglio dei Ministri si è deciso un calo delle tasse che porti a 80 euro in più in busta paga ai lavoratori con di reddito di 23.000 euro. Innalzata dal 12% al 24-26% l’imposta sulle quote di via Nazionale detenute dalle banche.
Protesta l’Abi. Per le aziende il governo intende tagliare l’Irap di circa il 10% la copertura arriverebbe dall’aumento delle rendite finanziarie con un’aliquota che passa dal 20 al 26%.
I manager non potranno prendere più del presidente della Corte di Cassazione (poco più di 300.000 euro l’anno) ma si arriva a 239.000 euro che è quanto riceve il Presidente della Repubblica. Le amministrazioni pubbliche dovranno garantire risparmi per circa 800 milioni. Verranno cancellati una serie di enti inutili a cominciare dal Cnel e ci saranno tagli anche per la gestione dei palazzi istituzionali: Palazzo Madama, Camera e Quirinale in testa. Tagli anche agli stipendi dei diplomatici, alla sanità (ma non lineari), alla Difesa. Previsti incentivi alla imprese e alle Camere di Commercio. privatizzazione già avviata per Poste, Enav e Fincantieri ma ce ne saranno altre fino ad arrivare a 12 miliardi di euro l’anno di entrare, Accelerazione dei debiti della Pubblica amministrazione dal pagamento dei quali lo stato incasserà un miliardo di Iva.
Un “regalo” anche ai Caaf?
Con l’ultima dichiarazione Renzi promette l’invio a casa della dichiarazione dei redditi a tutti i contribuenti. È un colpo basso sferrato ai Caaf per caso o di proposito?