Area Metropolitana, Aci Castello c’è dopo che il Consiglio ha bocciato la delibera di giunta

L'Area Metropolitana di Catania

L’Area Metropolitana di Catania

Continua la polemica sull’Area Metropolitana di Catania. Nonostante le anticipazioni del sindaco Filippo Drago, il Consiglio comunale si oppone al distacco da Catania e al momento Acireale ed Aci Catena sono le sole a essersi messe fuori. Ma per andare dove?

Certamente non con Giarre che esclude quasi categoricamente un’unione con le acesi perché ha già concordato con il consorzio dell’area jonico-pedemontana che vede coinvolti tutti i paesi del catanese alla falde dell’Etna e della riviera jonica insieme a tutti i messinesi fino ad Alì Terme. Poiché la legge impone almeno 180 mila abitanti e continuità territoriale con chi Acireale potrebbe consorziarsi? Oltre a ciò concorre anche il fatto che il Parlamento ha votato una legge nazionale che prevede che tutti i comuni di una provincia il cui capoluogo diventa città metropolitana ve faranno parte tout court. La Regione a questo punto ha di fronte due scelte: perfezionare la sua legge sulle “Aree Metropolitane”, visto che ancora mancano regolamenti e norme attuative, o recepire quella nazionale sulle “Città Metropolitane”.

E poiché ogni Comune, Aci Castello compreso, hanno sei mesi di tempo per decidere, le cose rimangono più o meno aperte.
Ovviamente le ragioni del sì e del no si controbilanciano. Da un lato si sottolinea la poca chiarezza della legge che, come già detto, deve essere perfezionata ma dall’altro Acireale rischia l’isolamento. Un consorzio di comuni che va dall’Etna, con le sue attrattive di patrimonio dell’Unesco e delle piste da sci, passando per il Parco dell’Etna a quello dell’Alcantara, da Taormina e Giardini fino al porto turistico di Riposto, comprese le strade del vino, ha una potenzialità enorme. Per di più Acireale e Aci Catena, gli unici due comuni che al momento hanno deciso di staccarsi da Catania, non avranno neppure un centesimo del “Pon Città Metropolitane” finanziato con circa 20 miliardi di euro.
L’appartenenza all’Area Metropolitana non toglierebbe l’identità a nessuno, il problema resta legato solo a una questione di campanilismo demodé.

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