È possibile mettere insieme un concerto jazz, teatro, danza e cabaret in un’unica performance? Chi ha assistito allo show “Noi facciamo Gez…”, in scena al Teatro Tezzano domenica 1° giugno, sa bene che non solo è possibile ma che i risultati possono essere alquanto sorprendenti.
Gli ingredienti sono semplici, a cominciare da un quartetto di ottimi musicisti, ovvero la Taxus Band di Claudio Aiello (chitarre), Renato Mangano (piano, synth), Santi Muscuso (batteria, percussioni) e Angelo Lugnan (basso, contrabbasso).
Aggiungete poi due attori, che si rivelano anche due eccezionali cantanti (Giovanna Manola, Antonio Indelicato), una danzatrice carismatica (Federica Feltri) e lo show è servito.
Un tributo allo sconfinato mondo del jazz, passando in rassegna le molteplici evoluzioni stilistiche susseguitesi nel tempo, dal jazz virtuoso a quello più romantico, passando per le più suggestive sfumature in chiave di samba e bossanova, per finire col black.
In scaletta grandi classici di George Benson fino ad arrivare al Gershwin di “Rhapsody in blue”, senza dimenticare evergreen come “Besame mucho” o “Cry me a river”.
Manola e Indelicato, grazie alle loro ottime doti vocali, si rivelano due squisiti e raffinati interpreti, calando lo spettatore in una vera e propria atmosfera da club anni 50.
- Il ritmo inebriante della batteria
- La bravura degli attori Giovanna Manola e Antonio Indelicato
- La magia delle voci della Taxus Band
Ma oltre la musica, si diceva, c’è anche il teatro. Tra un brano e l’altro si inseriscono infatti alcuni brevi sketch che con brio ed ironia introducono alle atmosfere del pezzo successivo, riuscendo nella non facile impresa di “raccontare” la musica rendendola parola viva e spirito pulsante. Anche le coreografie tematiche, danzate dalla brava Federica Feltri, aggiungono un ulteriore tocco di leggerezza e vivacità a quello che più che un concerto si configura come una sorta di musical.
Il pubblico apprezza e lo dimostra con scroscianti applausi e la richiesta di un bis finale, che arriva sulle note di una magica “You’ve got a friend” dell’indimenticabile Carole King.
Mar. Sal.