Gli italiani avranno presto uno strumento in più per avere liquidità e quindi affrontare meglio la crisi. Almeno è questo l’intento che ha avuto la Camera dei Deputati approvando in prima lettura la proposta di legge che reca modifiche alla disciplina del prestito vitalizio ipotecario. Il provvedimento andrà presto all’esame del Senato.
Il prestito vitalizio ipotecario è una particolare tipologia di finanziamento a lungo termine (detto anche “mutuo inverso”), molto diffuso nel mondo anglosassone e grazie al quale chi possiede una casa può darla in garanzia alle banche e ottenerne un prestito.
Il contenuto della proposta di legge prende spunto dalle elaborazioni in materia presentate dall’ABI e da 13 associazioni di consumatori, e si basa sulla constatazione che nel nostro Paese sono rilevabili condizioni favorevoli per lo sviluppo di questo tipo di strumento, sia in considerazione del progressivo “invecchiamento” della popolazione italiana che dell’ampia disponibilità di proprietà immobiliari che potrebbero essere date in garanzia al fine di ottenere il finanziamento.
In Italia il reddito degli over 65 va riducendosi drasticamente, mentre la ricchezza netta per la stessa classe di popolazione rimane su livelli elevati e potrebbe quindi essere smobilizzata per rispondere al soddisfacimento di esigenze diverse, quali, ad esempio, consumi che comportano spese anche rilevanti, la necessità di integrare il proprio reddito ovvero di avere immediate disponibilità economiche o, ancora, l’esigenza di supportare i figli nell’acquisto della casa di abitazione, attraverso il versamento del necessario anticipo in contanti.
Si tratta dunque di un contratto tra i proprietari di una casa di età superiore a 60 anni e una banca o intermediatori finanziari regolamentati dal Testo Unico Bancario, con il quale il proprietario ottiene un finanziamento che viene garantito dall’ipoteca scritta sulla casa; il finanziamento erogato, in un’unica soluzione, è pari a una parte del valore di mercato della casa – stabilito con una perizia – e può essere speso per le esigenze di liquidità dei proprietari, senza che lo stesso proprietario sia tenuto a lasciare l’abitazione ovvero a ripagare il capitale e gli interessi sul prestito prima della scadenza del contratto. Il rimborso integrale avverrà in unica soluzione alla scadenza (la quale ovviamente a priori non è conosciuta), ed è prevista la capitalizzazione annuale di interessi e spese.
La differenza con il meccanismo della vendita della nuda proprietà (che oggi viene usata da ben 20 mila persone all’anno) consiste nel vantaggio di non perdere la proprietà dell’immobile e, pertanto, di non precludere la possibilità per gli eredi di recuperare l’immobile dato in garanzia, lasciando a questi ultimi la scelta di rimborsare il credito della banca ed estinguere la relativa ipoteca.