http://youtu.be/Io_CQlhupko
È partita ufficialmente stamattina, dalla sede di Addiopizzo Catania, la “Catena di Paolo Antonio”. Piacere Salvatore, il video contro il pizzo è già fenomeno virale sul web. Nella sala conferenze di un immobile confiscato alla mafia e per questo simbolo della lotta al racket erano presenti, oltre all’autore del brano e protagonista della clip, Paolo Antonio, il sostituto procuratore Pasquale Pacifico, presidente dell’Anm etnea, Rosario Lupo per Addiopizzo, Filippo Casella, l’imprenditore pizzo free che ha denunciato i suoi estorsori, il capitano Agostino Gentile, del comando provinciale dei Carabinieri e, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, Livio Gigliuto, esperto del sindaco per il marketing.
La guerra alla mafia si fa con la penna
Un appuntamento che è andato al di là del semplice lancio dell’iniziativa di sostenere la lotta al pizzo con un clic, diventando un momento di riflessione e quasi di organizzazione: quella della società civile che non ci sta più e che ha deciso di ribellarsi al racket in tutti i modi, dalla denuncia alle forze dell’ordine, percorso intrapreso da Casella e da tanti altri imprenditori come lui, alla presenza costante sul territorio, all’ironia, tra le armi più efficaci per lanciare un messaggio
“Ho pagato per sette anni – ha raccontato Filippo Casella che si occupa di trasporti – poi mi sono accorto che loro non volevano solo i soldi, ma entrare all’interno della mia azienda. Gestendola. Imponendomi ad assumere le loro persone e tanto altro. A quel punto decisi di denunciare.
“E a chi mi chiede com’è cambiata la mia vita – continua Casella con una punta di ironia che però lascia trasparire i mille e mille sacrifici fatti – rispondo che la mia vita va alla grande! Camminiamo tranquilli adesso. Anche i clan avversari e i familiari sono contenti… tra loro non corre buon sangue. .. sempre traditori sono. La guerra alla mafia si fa con la penna. E se questi delinquenti escono dalla galera e vogliono ricominciare, si ricomincia con le denunce e tornano in galera. Io oggi non ho nessun problema”.
Serve un cambio di passo, dunque, per rendere più efficace la lotta al racket e, in generale, la battaglia contro la mafia e la cultura mafiosa.
Bastano pochi atti di ordinario coraggio
Come ha sottolineato il sostituto procuratore Pasquale Pacifico. “La battaglia alla mafia non si fa solo nelle aule dei tribunali. Le azioni di Addiopizzo sono fondamentali rispetto a alle tematiche della mafia. Bisogna smetterla di mitizzare questi personaggi. E per farlo bastano pochi atti di ordinario coraggio. Le organizzazioni mafiose catanesi versano in uno stato precomatoso… i capi sono in galera e quelli rimasti sono delle mezzecalzette.
“Il pagamento del pizzo non rappresenta in nessun caso un’assicurazione. Non è tranquillità. Anzi è proprio il contrario. Col tempo chiederanno di più, il cambio di assegni scoperti, assunzioni… insomma non sarete più padroni delle vostre attività.
“Le organizzazioni mafiose – continua Pacifico – ragionano in termini economici. E se sanno che un imprenditore è un tipo che denuncia o che aderisce ad Addiopizzo, neanche ci vanno. Anni in galera, il costo degli avvocati per loro sono spese in più da evitare. I loro maggiori introiti arrivano da appalti pubblici e spaccio. Il pizzo per loro è una voce di bilancio irrisoria. Serve solo per il controllo del territorio”.
La “Catena di Paolo Antonio”
Anche per questo, Paolo Antonio, ha scelto di parlare. Anzi, di cantare. “Denunciare è una questione naturale – ha ribadito il cantautore – un grido di liberazione che consente di fare la differenza. Condividendo il video, chiunque può fare propria parte e contribuire a raccogliere i fondi per chi la lotta al racket la porta avanti tutti i giorno, come Addiopizzo”. L’ironia è l’antidoto più forte
Piacere Salvatore
Piacere Salvatore. Il brano racconta la storia di un imprenditore siciliano, Salvatore appunto, uno per tutti, che non trovando lavoro pensa di aprire un’attività e si ritrova a scontrarsi con cosa vuol dire essere imprenditori in Sicilia: fare i conti con la burocrazia e soprattutto subire la richiesta del pizzo che arriva puntuale dopo qualche settimana. Salvatore decide di denunciare. Va controcorrente e si libera dal pizzo, che nel video viene ironicamente rappresentato con un pizzetto attaccato sul mento, tagliato via da un simpatico carabiniere-barbiere. “Così – spiega l’autore – ho avuto l’idea di lanciare una raccolta fondi e di chiamarla proprio “Salvatore taglia il pizzo”.
Il video è autoprodotto, realizzato senza il sostegno di sponsor né di etichette discografiche. Tutti i personaggi sono interpretati da Paolo Antonio che, con abilità istrionica, indossa i panni ora di Salvatore, ora del mafioso, in un divertentissimo gioco delle parti. La regia è dei Fratelli Bruno e Fabrizio Urso. L’arrangiamento è di Carlo Longo, con la collaborazione di Salvo Dub.
Il brano Piacere Salvatore è in vendita su iTunes, Google Play e nei principali store digitali a 0,99€.