Il Catania riaffonda nel caos. Poco gioco, niente idee e tanta confusione

Alessandro Rosina

Alessandro Rosina

Poco gioco, idee quasi nulle e tanta confusione: il Catania, perde ancora e torna dal Matusa di Frosinone con una sconfitta per 1-0, risultato specchio di quanto fatto in campo per novanta minuti durante i quali a regnare tra i rossoazzurri è stato il caos.

L’immagine della sconfitta romana – la terza in sette gare – sta tutta nell’allenatore Giuseppe Sannino che a 5 minuti dalla fine del tempo regolamentare guarda l’orologio per verificare quanto mancasse alla fine del match, scuote la testa e siamo certi – per averlo intervistato diverse volte – di sapere anche cosa avrà pensato.

“Adda passà a nuttata”, questo probabilmente il pensiero di Sannino, che certamente vivrà questa notte come un incubo perché la sua squadra ancora una volta è precipitata in una profonda crisi, tanto che alla fine della partita il tecnico ha parlato di “una situazione non facile”.

Intendiamoci, non che il Catania non ci abbia provato, l’ha fatto con tanti infortunati e squalificati, molti giocatori malconci, ma forse lo ha fatto con poca convinzione e sicuramente senza trovare fortuna. La gara è stata a tratti anche divertente, ma i limiti di una formazione che non ha i numeri per lottare per la promozione sono ancora una volta stati evidenziati.

Lo scorso anno si era data la colpa dei continui infortuni a una preparazione atletica sbagliata, in questa stagione il preparatore atletico Giampiero Ventrone, salutato a inizio stagione come un eroe, non è riuscito a far cambiare la musica.

Il Catania resta la migliore squadra per qualità e organico, ma al momento quello che si vede leggendo la classifica è che si rischia di lottare fino all’ultima giornata per non retrocedere.

Non ci piace dare i voti e non faremo pagelle, ma certamente possiamo dire che Sannino dovrà impostare il suo lavoro rivoluzionando moduli, schemi e idee e ripartendo solo da chi fino a ora ha mostrato di dannarsi l’anima per questa squadra: Rosina, Calaiò, Capuano e Anania tra i pochi a salvarsi in questa valle di lacrime.

MATO

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