Nel mese di ottobre 2014 la Motorizzazione ha immatricolato 121.736 autovetture, con una variazione di +9,21% rispetto a ottobre 2013, durante il quale ne furono immatricolate 111.466 (nel mese di settembre 2014 sono state invece immatricolate 110.879 autovetture, con una variazione di +3,68% rispetto a settembre 2013, durante il quale ne furono immatricolate 106.940). Nello stesso periodo di ottobre 2014 sono stati registrati 426.651 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +7,26% rispetto ad ottobre 2013, durante il quale ne furono registrati 397.772 (nel mese di settembre 2014 sono stati invece registrati 359.615 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +9,15% rispetto a settembre 2013, durante il quale ne furono registrati 329.466). Nel mese di ottobre 2014 il volume globale delle vendite (548.387 autovetture) ha dunque interessato per il 22,20% auto nuove e per il 77,80% auto usate
Nel periodo gennaio-ottobre 2014 la Motorizzazione ha, in totale, immatricolato 1.158.896 autovetture, con una variazione di +4,18% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2013, durante il quale ne furono immatricolate 1.112.359. Nello stesso periodo di gennaio-ottobre 2014 sono stati registrati 3.496.161 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +1,43% rispetto a gennaio-ottobre 2013, durante il quale ne furono registrati 3.446.888.
Quello di ottobre è il risultato migliore da quando nel dicembre scorso, dopo 42 mesi di cali, il mercato dell’auto italiano ha invertito la tendenza per imboccare, non ancora la via della ripresa, ma quella di una stagnazione su livelli lievemente superiori a quelli infimi del 2013. Il dato di ottobre, secondo Gian Primo Quagliano presidente del Centro Studi Promotor, potrebbe indicare la possibilità di un passaggio dalla stagnazione ad una moderata ripresa. Se così fosse l’Italia si allineerebbe agli altri mercati della zona euro massacrati dall’austerity imposta da Bruxelles e cioè a quelli di Grecia, Spagna, Portogallo e Cipro che, dopo aver subito una drammatica penalizzazione tra il 2007 e il 2013, nel 2014 stanno crescendo a due cifre.
Sul miglioramento del quadro italiano ha certamente influito positivamente il rinnovato impegno di case auto e concessionari nel promuovere le vendite, ma anche, e questo è il fatto nuovo, la ritrovata capacità della domanda di reagire agli stimoli. Dato il quadro economico generale ancora fortemente negativo, le spiegazioni del fenomeno possono essere due. La prima è che gli 80 euro in busta paga di Matteo Renzi incominciano ad avere qualche effetto concreto anche sugli acquisti di beni durevoli come l’auto. La seconda è che in un Paese, come l’Italia, in cui l’82,7% degli spostamenti motorizzati avviene in automobile, la sostituzione di una quota ancora modesta, ma già significativa, di auto ormai mature per la rottamazione non può più essere rinviata.
Anche dall’inchiesta congiunturale sugli operatori del settore auto condotta dal Centro Studi Promotor a fine ottobre vengono segnali di minor negatività. Le indicazioni di bassi livelli di raccolta di ordini scendono dal 69% di settembre al 51% di ottobre, quelle di bassa affluenza di visitatori nelle show room scendono dal 64% al 55%, mentre le attese di miglioramento o di stabilità della domanda salgono dal 71% all’82%. Il quadro resta comunque ancora molto delicato perché i valori assoluti raggiunti dalle immatricolazioni sono ancora lontanissimi da quelli ante-crisi tanto che anche con crescite a due cifre, come quelle che si registrano nei già citati Paesi della fascia meridionale della zona euro, la via per tornare a livelli di mercato fisiologici è ancora lunga. I dati di oggi, secondo il Centro Studi Promotor, non sono tali dunque da giustificare un particolare ottimismo, ma contribuiscono in ogni caso ad attenuare il pessimismo. Se poi il Governo desse un segnale di attenzione al settore dell’auto la prospettiva di una crescita a due cifre nel 2015 si farebbe più concreta.