CATANIA – Inizia con otto minuti di silenzio la Nona di Roberto Zappalà. Otto minuti per capire che siamo nel massimo teatro catanese dedicato alla lirica. Otto minuti per far pace con se stessi mentre la scenografia allestita dalla Compagnia Zappalà Danza ci trasporta in realtà metropolitane che potrebbero, ma forse anche no, far parte dell’architettura catanese. Potremmo essere in un posto sospeso tra Librino e San Berillo, ma anche dietro i palazzi di quella Berlino descritta da Cristiana F e i ragazzi dello zoo. Oppure potrebbe trasportarci in passaggi esoterici tra l’India e gli indù o nei credo profondi delle religioni che guardano con affetto alla Mano di Fatima, la stessa che ci guarda dal palco.
C’è ancora silenzio e i ballerini – prima quattro poi cinque poi sei fino ad arrivare a dodici nel cuore dello spettacolo – rimangono seduti sui talloni. Erano short e maglietta all’inizio ognuno diverso dall’altro. Poi il cambio d’abito. Adesso sono tutti in arancione e guardano un punto fisso. Immobili all’inizio poi il silenzio viene rotto da sospiri sensibili. E inizia la musica e la danza.
È un messaggio di pace quello coreografato da Roberto Zappalà, è un inno all’amore universale che non vede distinzioni né tra i sessi né tra le religioni. Non c’è distinzione, non c’è distacco, fanno e facciamo tutti parte di un mondo che anela all’amore. E questo celebra Zappalà, non solo sul palco ma anche per festeggiare i suoi 25 anni di attività nel mondo della danza. La sua danza, quella contemporanea che celebra il corpo in ogni suo muscolo e più di ogni altro celebra il corpo femminile anche nella sua nudità. Ma non oggi. Non questa volta in cui il massimo offerto agli occhi di chi è seduto nei palchi o in platea è velato da una tuta di tulle arancione. No, nessun vero nudo stavolta, neanche quando si accendono i fari di retropalco, quasi alla fine dello spettacolo, lasciando in ombra i ballerini e illuminando il pubblico. Una scelta dettata di certo dalla location prestigiosa del teatro Massimo Bellini e dal suo pubblico storico che ha apprezzato la performance costruita sulle note della Nona Sinfonia di Beethoven nella trascrizione per due pianoforti di Franz Liszt eseguite dal vivo dai pianisti Luca Ballerini e Stefania Cafaro e dal controtenore Riccardo Angelo Strano.
Musica e parole vanno di pari passo e ognuna dà forza all’altra. Così il versetto di Ezechiele 25:17 (“Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te”) dà forza alla musica e al concetto che risuona ancora in una domanda su tutte: “qual è la fede più grande del mondo?”. Dietro i volti della storia che hanno combattuto e combattono ancora per la pace – da Papa Francesco al Dalai Lama – la risposta non può che essere l’amore e sul palco prende forma concreta in più baci di coppia. E non importa se i ballerini che si baciano, mentre continuano a danzare, sono maschi o femmine, il bacio segue i loro passi. Sul palco. E noi speriamo anche nella vita di ognuno di noi.
Gli appuntamenti con la Compagnia Zappalà Danza continuano dal 4 all’11 giugno a Porta Uzeda sempre a Catania: Storytelling “after midnight”, saranno 5 minuti di storie “dette” sulla danza, la Danza non più Cenerentola della città si permette di “rientrare a casa” dopo la mezzanotte. La Nona sarà in scena al Teatro Massimo Bellini di Catania fino a mercoledì 27 maggio. Info e biglietti al botteghino.
Monica Adorno