Con i chakras in subbuglio abbiamo aperto il taglio dei chakras (si legge ciakras e sono una sorta di ruota della fortuna che abbiamo installata lungo la colonna vertebrale, tutte le ghiandole le fanno da perno e producono gli ormoni molto spesso influenzati dal nostro umore). E di ciakras ne abbiamo sette principali. Il primo lo abbiamo descritto nel primo articolo e si chiama Muladàr. Oggi parliamo del secondo ciakra che si chiama Svadistàn. Se il primo si occupa della sessualità maschile, lo Svadistàn si occupa della sensualità femminile. Essendo i chakras presenti in maniera uguale sia nel maschio sia nella femmina umana, si suppone che la sessualità maschile e la sensualità femminile sia presente in entrambi i soggetti: in uomini e donne quindi.
Lo Svadistàn si trova in corrispondenza delle gonadi che consistono negli organi sessuali maschili e femminili: clitoride, pene, ovaie, testicoli e in parte anche la prostata e il punto G (che esiste veramente, come prolungamento interno della clitoride kleitoris/idos dal greco “collinetta ridente”. Ciò significa che se è piallata o addirittura involve, la “collinetta ridente” è: o una “vallata triste” o una “buca malinconica”).
Di cosa si occupa il secondo chakra? Si preoccupa, ma non si occupa, della soddisfazione orgasmica! Ecco l’ho detto! Come si capisce? Intanto diciamo subito che l’orgasmo, (che non è una parolaccia e che esiste anche in Sessuologia Clinica) è un momento fondamentale dove tutti gli organi del corpo, compreso la cistifellea e la tiroide, fanno il loro sospiro di sollievo: aaaaahhhh! Una carica elettrica a tremila che durante tutto il giorno ci perseguita e poi con l’orgasmo arriva, o dovrebbe arrivare la scarica elettrica e quindi il corto circuito! Il rinnovamento della luce ritrovata e mai persa che ci è stata donata al principio della nascita, cioè il concepimento. Ovvero noi siamo in questa terra grazie a un orgasmo. Facciamocene una buona ragione, anche da buoni cristiani, che è così che succede su questa Terra! In sintesi è la teoria di Wilhelm Reich che troverete nel suo favoloso libro La funzione dell’orgasmo del 1941, ma ancora ritrovabile.
Tornando al Svadistàn diciamo pure che il calore interiore delle ghiandole sessuali piene di vita, previene la tendenza all’inflessibilità, all’indurimento e all’irrigidimento: una sana vita sessuale può portare vitalità ed equilibrio per sempre. E non è detto che si debba fare sempre in compagnia, di un altro essere umano. Lo Svadistàn e i religiosi saggi del Kamasutra (testo biblico della religione Indù la parte sacra del Tantra) dice a tal proposito che la sensualità del secondo chakras va esercitata da soli e con se stessi prima ancora di proporsi all’altro. Ciò significa, tradotto da un filosofo più prossimo alla nostra natura occidentale: Uomo conosci te stesso! Non farebbe male ciò che Socrate realmente disse (perché come ogni buon maestro non scriveva niente per non essere contraddetto) essere umano conosci te stesso, includendo in questo anche la tipologia di genere. Per questo ancora oggi l’omosessualità greca consente dissensi. Chiaro è, che quando Svadistàn sta “intuppato” ovvero opaco ci sono frigidità, anorgasmia, impotenza ed eiaculazione ritardata ad libitum senza soluzione di continuità. E questa opacità come si risolve? È un’altra la storia, degna del terzo chakra: Manipùr.
Susanna Basile