Al Cortile Platamone la triste storia di ‘Ntonia e Pasqualino in cunti, storie e fuochi pirotecnici… da Gran Circo Catania

'Ntonia e Pasqualino al Cortile Platamone 13.09.15Catania – Il palcoscenico del Cortile Platamone è già agghindato a festa: un cartello al centro ricorda il titolo dello spettacolo “La triste storia di ‘Ntonia e Pasqualino” che sta per andare in scena. Ai lati un piccolo palco a destra e scialli colorati e piccoli panni appesi sulla destra. È l’ora di cominciare e sul palco salgono gli attori per raccontare una storia di Catania di tanti anni fa: il 7 agosto del 1965 alle 13.40, stando all’orologio floreale della Villa Bellini, e con 40 gradi all’ombra Pasqualino si innamora di ‘Notnia l’elefantessa donata alla città dal circo Togni. Un amore che dura due anni mentre l’elefantessa fa parlare di Catania sui giornali locali e nazionali. E la storia diventa racconto e poi “cuntu” che i cantastorie raccontano ai bambini. È un tripudio di colori e musica questo palco diretto da Cinzia Caminiti Nicotra frutto di un adattamento teatrale del libro di Giuseppe Lazzaro Danzuso “Gran Circo Catania”. Un’esasperazione di “cuttigghi” e sceneggiate lette alla catanese maniera in un itinerario fotografico che segna i punti salienti della storia e dei personaggi e il teatrino delle marionette a cui i protagonisti del Gatto Blu (Luciano Messina, Gino Astorina e Nuccio Morabito) hanno dato la voce. Non manca nulla delle nostre esasperazioni, neanche l’elefante, la pachiderma, che si muoveva tra il pubblico e il palco barrendo come un animale vero.

Poco più di un’ora di spettacolo in cui le musiche e i fuochi d’artificio, bellissimi, dei fratelli Vaccalluzzo hanno incantato i bambini sul palco e i pochi rimasti con le mamme e i papà tra il pubblico.
“Lo stupore – ha spiegato la regista Cinzia Caminiti Nicotra – è una delle cifre dello spettacolo. Il pubblico ha mostrato di apprezzare moltissimo le continue sorprese di questa bella favola, un elogio dell’amore e della tolleranza che esalta lo spirito e l’identità catanesi, arricchita da giocolieri e artisti da strada, fuochi d’artificio e distribuzioni di biscotti della monaca. Insomma, da tutto quanto caratterizza questa città, caotica e meravigliosa, disordinata e bellissima, che bisogna soprattutto amare”.

'Ntonia e Pasqualino al Cortile Platamone 13.09.15Protagonista dello spettacolo insieme al pachiderma è un gruppo di contastorie e musicisti girovaghi che, con variopinti cartelloni illustrati, piomba alla “fera ‘o luni”, cuore pulsante di Catania, per narrare una meravigliosa storia a metà tra realtà e fantasia: quella dell’amore – platonico, per carità – tra il pescatore Pasqualino e una donzella piuttosto robusta: l’elefantessa ‘Ntonia appunto, donata nel 1965 dal Circo di Darix Togni alla città e morta un anno dopo nella Villa Bellini. Il giorno della consegna, sotto un terribile caldo agostano e con le telecamere della Rai che dovevano immortalare in diretta la consegna del pachiderma alla città che lo aveva per simbolo, l’elefantessa si diede alla fuga seminando il panico per le strade di Catania.

'ntonia 9A rendere il lavoro, prodotto dalla compagnia Schizzid’Arte, 13 tra attori e musicisti: la stessa Cinzia Caminiti Nicotra, e poi Paolo Capodanno, Paolo Filippini, Stefano La Rosa, Salvo Lombardo, Rosalba Sinesio e il piccolo Mario Pulvirenti. In scena anche Salvo Di Bella, Daniela Fichera, Doriana Lo Castro, Riccardo Cavallaro, Maria Stella De Luca, Giulia Di Paola e l’applauditissimo Marco Caruso (l’elefante). Bravissimi i 13 bambini del Laboratorio teatrale Il Cantiere, coproduttore dello spettacolo, che in scena hanno recitato e si sono esibiti in numeri da circo.

Gino Astorina, Luciano Messina e Nuccio Morabito hanno dato la voce al teatrino delle marionette

Gino Astorina, Luciano Messina e Nuccio Morabito hanno dato la voce al teatrino delle marionette

Apprezzati le accattivanti scene di Rosalba Sinesio, che ha anche realizzato l’elefante, i variopinti costumi della Caminiti Nicotra, le coinvolgenti musiche e canzoni (i testi sono di Lazzaro Danzuso) firmate da Paolo Capodanno e le puntuali coreografie di Paolo Filippini. A dispetto della triste storia che ha negato a Pasqualino l’amore, seppur platonico, della sua bella e immensa pachiderma, un giro “aggratis” di biscotti della monaca ha dato al pubblico la possibilità di rifarsi la bocca al gusto di “zuccaru, anice e amuri”.

Monica Adorno

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