
Catania – Scuola e sport. Il terreno fertile dove gettare il seme del rispetto e della legalità. Dove “fare squadra” è più che una metafora, è un modello di vita da interiorizzare. Per una società che può ancora sperare di non mortificare i valori e i principi costituzionali su cui si fonda. In questo quadro si colloca l’iniziativa del Liceo ginnasio statale M. Cutelli e C. Salanitro con la sua dirigente, prof.ssa Elisa Colella, il Consiglio di istituto rappresentato dalla presidente, avv. Anna Maria Castiglione e avv. Katia Di Bella Gozzi, il referente dei campionati sportivi prof. Mario Condorelli, in collaborazione con l’Ordine dei magistrati. In memoria di Giovanni Falcone e di tutte le vittime della mafia, questa mattina nella palestra dell’istituto si è disputata la finale di pallavolo nell’ambito del Trofeo sport e legalità, tra la squadra del Cutelli, e quella del Liceo scientifico Giovan Battista Vaccarini. Combattutissimo fino all’ultimo set, con grinta e la voglia di sentirsi parte del ricordo che la scuola ha dedicato a chi ha sacrificato la vita per lo Stato, il match si è concluso con la vittoria della squadra ospite. Loro, i protagonisti di questa giornata, hanno messo al centro la consapevolezza che sacrificio e rispetto per i compagni e gli avversari, cioè i valori sportivi, sono gli stessi che dovranno orientarli nella vita, nelle relazioni, nella professione. L’arbitro fischia la fine della partita. È l’ora di premiare una partecipazione che ha il sapore di una testimonianza, in questa giornata che da quel tragico 1992 in particolare ci chiede ogni giorno da che parte della storia scegliamo di stare.

“Dallo sport s’impara e la scuola ha il dovere morale di promuoverlo, attraverso una sana e corretta competizione, lo sviluppo e la valorizzazione di attitudini e competenze, l’individuazione nonché lo sforzo per il raggiungimento di obiettivi condivisi”
commenta la dirigente Colella durante la cerimonia di premiazione. Al suo fianco, in rappresentanza dell’Ordine dei magistrati, Ottavio Grasso, presidente della giunta distrettuale di Catania dell’Associazione nazionale magistrati che ha consegnato le coppe ai capitani delle due squadre dopo avere scambiato qualche palleggio con i ragazzi. Riprendendo la riflessione di uno dei giocatori, il magistrato rilancia l’essenza dell’iniziativa. La rete che divide il campo di pallavolo non sia, nella società, divisiva. La competizione sana è uno stimolo a crescere, fare meglio, imparare le regole del gioco. Steccati, barriere, arroganza, comportamenti antisportivi, sporcano. Lo sport, la convivenza civile, la vita.