Il Teatro Brancati di Catania inaugura la stagione 2025/2026 tra Classici e Mito

Francesco Scianna ph Giovanni Gastel

C’è tutta la potenza del mito rivisitato in chiave contemporanea. Ma ci sono anche la commedia italiana, la drammaturgia originale e i più grandi classici di tutti tempi. Il Teatro della Città è pronto ad alzare il sipario della Stagione 2025/2026 del Teatro Vitaliano Brancati di Catania con un ricchissimo cartellone che si snoderà fino a maggio nella storica sala di via Sabotino, 2. Un itinerario artistico che intreccia tradizione e contemporaneità, per un viaggio che promette meraviglia e stupore.

Il debutto della stagione, mercoledì 29 ottobre alle ore 21, è affidato allo spettacolo Archimedeche, scritto da Costanza Di Quattro e diretto da Alessio Pizzech, vede in scena il cantattore Mario Incudine nei panni del matematico siracusano. In un alternarsi di leggende e verità, Archimede è protagonista di un monologo che riflette sul mondo e sulla distanza incolmabile tra chi cerca giustizia e chi si nasconde dietro ipocrisie e ambiguità. Mentre i romani, con la forza, schiacciano Siracusa, lui rimane ancorato alle sue idee, cercando di comprendere il senso di un’esistenza segnata dalla grandezza ma punteggiata anche dalla solitudine e dall’incomprensione. Mario Incudine, con la sua carica ed energia, recita e canta sul palcoscenico, sostenuto dalla musica dal vivo di Antonio Vasta, per raccontarci la storia di un uomo divenuto immortale.
Dopo l’inaugurazione, si continua dal 19 novembre con lo spettacolo N’Gnanzou di Vincenzo Pirrotta. Lo spettacolo, il cui titolo deriva dalla parola onomatopeica che è il suono prodotto dai pescatori siciliani nel momento del ritiro delle reti, diventa l’occasione per raccontare storie, vicende e personaggi di una comunità di pescatori. I testi sono nati, infatti, da una ricerca svolta anni fa da Pirrotta tra i tonnaroti e i “raisi” di Favignana e di Trapani. Dalla rielaborazione di questi materiali, in una partitura scenica per voci e canti, sono nate queste storie di mare, di sole e di luci mediterranee tra miti e realtà.

Ester Pantano

Dal 10 dicembre, sarà in scena 8 ½, l’omaggio di Gisella Calì al capolavoro felliniano. Lo spettacolo, che vede protagonisti Emanuele Puglia, Ornella Brunetto, Carmela Buffa Calleo, Cindy Cardillo, Egle Doria, Barbara Gallo, Laura Giordani, Laura Sfilio, racconta tutto quello che precede l’inizio delle riprese della pellicola. L’angoscia esistenziale e artistica del regista Fellini/Anselmi che, nei due anni precedenti, vive una profonda crisi personale, disegnata dallo stesso artista nel Libro dei Sogni, sotto indicazione dell’analista junghiano al quale è ricorso. Come nel film, definito la danza senza fine della vita, le scene si succedono le une alle altre in un carosello senza tregua che mescola realtà, sogno e fantasia.

Il 2026 (dal 7 gennaio) si apre nel segno del mito, stavolta a femminile, con Ester Pantano nei panni di una Penelope artefice del proprio destino nel testo di Luana Rondinelli. Il mito dell’eroina nella ventennale attesa rivolta al suo sposo Ulisse viene proposto in una rilettura in cui Penelope scopre dimensioni insondate di sé che fatalmente collidono con le delimitazioni di una cultura e società a misura della potenza maschile e senz’altro meno rispetto a quella femminile. Di qui un annodarsi di interrogativi e visioni che assume i contorni di uno spettro di reviviscenze intermittenti di episodi del passato, messi a confronto con il presente in cui si dimena l’animo inquieto della sovrana. In scena, con la protagonista e la stessa autrice, ci sono Giovanni Currò, Mauro Failla, Laura Giordani, Giovanna Mangiù.
La pièce teatrale sul grande capolavoro italiano I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, nell’adattamento di Giuseppe Argirò, approda al Brancati l’11 febbraio. Nello spettacolo, Giuseppe Pambieri, nelle vesti del romanziere organizza la messa in scena del testo, regalando una vita teatrale alle parole dell’opera manzoniana. Inizio modulo
In scena con lui un ricchissimo cast, tra cui Micol Pambieri, Paolo Triestino, Ruben Rigillo per una trasposizione corale del romanzo epico nazionale che rende manifesta l’essenza più profonda di una spiritualità che valica i confini della religione. Dall’amore contrastato di Renzo e Lucia alla saggezza popolare di Agnese, dalla figura grottesca di Don Abbondio all’arroganza aristocratica di Don Rodrigo, fino alla capacità di spendersi per gli umili di fra Cristoforo e la complessità tenebrosa della monaca di Monza…

Vincenzo Pirrotta

Il cartellone della stagione si sposterà, il 19 febbraio, al Teatro Ambasciatori per il grande classico del ‘900, Uno Nessuno Centomila di Luigi Pirandello. Diretto da Nicasio Anzelmo, l’ironico testo, denso di enigmi, arriva in scena con un imponente cast che annovera anche Primo Reggiani, Francesca Valtorta, Jane Alexander, Fabrizio Bordignon, Enrico Ottaviano. Un lavoro rivoluzionario, soprattutto per i tempi in cui fu scritto, che tocca temi estremamente attuali come il rapporto con la natura, con una spiritualità negata dalla società e dalla convenienza, la ricerca spasmodica di se stessi. Un testo che nella sua modernità sorprende, soprattutto oggi, nell’analisi dell’istituto bancario e dell’impatto che lo stesso ha sul tessuto sociale.
Spazio, come sempre, alla drammaturgia contemporanea (che avrà anche, nei prossimi mesi, un suo cartellone dedicato al Piccolo teatro della Città). Dall’11 marzo sul palcoscenico di via Sabotino va in scena la pièce Letizia va alla guerra di Adriano Evangelisti con Agnese Fallongo e Tiziano Caputo. Si tratta di un racconto tragicomico di tenerezza e verità che ha al centro tre grandi donne con lo stesso nome, due guerre mondiali e un sottile fil rouge a unirle. Al centro della storia: una giovane sposa, partita dalla Sicilia per il fronte carnico durante la Prima Guerra Mondiale, un’orfanella cresciuta a Littoria e riconosciuta dalla zia dopo la maggiore età durante il secondo conflitto mondiale, un’anziana suora dalle origini venete e dai modi bruschi che si rivelerà trait d’union dei destini di queste donne.
Dal 18 marzo Francesco Scianna dirige e interpreta Hospitality suite, opera teatrale scritta da Roger Rueff, che affronta con acume e profondità i temi dell’identità, della moralità e delle scelte di vita. Ambientata in una suite d’albergo durante una convention aziendale, la pièce – in cui lo stesso Scianna è affiancato Sergio Romano, Lorenzo Crovo, Fabrizio Romano, segue tre venditori di un’importante compagnia industriale che cercano di conquistare un potenziale cliente cruciale per le sorti dell’azienda. Il dialogo serrato tra i personaggi svela le loro vulnerabilità, ambizioni e illusioni, offrendo uno spaccato umano che va ben oltre la superficie professionale.

La commedia italiana, cui il Teatro della Città riserva da sempre particolare attenzione, quest’anno si articola nella proposta di due testi di Gianni Clementi. Dal 15 aprile, il maestro Tuccio Musumeci, punto di riferimento assoluto del teatro siciliano,è protagonista de Il cappello di Carta che racconta la storia, ambientata a Roma negli ultimi mesi del 1943, di una famiglia siciliana immigrata da tanti anni. In un contesto difficile come quello della seconda guerra mondiale si svolgono le vicende dolci-amare della vita quotidiana.
A chiudere la stagione, dal 13 maggio, sarà Barberia con Massimo Venturiello che interpreta, appunto, ‘u varveri (il barbiere). Lo spettacolo, ambientato in una barberia siciliana d’altri tempi, abitata da personaggi obsoleti, depositari di una cultura antica, narratori eccezionali. Una piccola orchestra interagisce con lui suonando, talvolta dialogando, cantando, accompagnando il suo racconto attraverso brani tipici della tradizione siciliana delle barberie, ma anche di un’intera epoca, che ha visto ‘u varveri, ancora ragazzo, emigrare a New York e poi, per motivi oscuri, scappare in Sicilia, sua terra d’origine, dove ha continuato vivere.

Ma non è tutto. Da segnare in agenda i tre fuori abbonamento in programma. Dal 5 dicembre, in scena Il malato immaginario di Molière nell’inedita versione di Salvo Ficarra. La commedia “pop”, che vanta le musiche del cantautore Lello Analfino e vede protagonista Angelo Tosto affiancato da Filippo Brazzaventre, Daniele Bruno, Cosimo Coltraro, Giovanna Criscuolo, Luca Iacono, Anita Indigeno, Lucia Portale, Emanuele Puglia, Giovanni Rizzuti. Dal 25 marzo, ci si sposta al Teatro Metropolitan, dove Massimiliano Gallo dirige e interpreta Malinconico moderatamente felice, il progetto teatrale che porta sulla scena la voce (e il corpo) narrante di un personaggio letterario, e successivamente televisivo, che negli anni ha conquistato un vasto pubblico di lettori e di spettatori: Vincenzo Malinconico, l’avvocato d’insuccesso dalla carriera sgangherata e dalla vita sentimentale instabile. E ancora la novità assoluta, ideata e diretta da Nicola Alberto, Orofino, Non volevo, ma l’ho fatto: un one man show in cui l’attore e mattatore Miko Magistro si racconta senza filtri né riserve.

La campagna abbonamenti per la stagione è ancora attiva presso il botteghino del Teatro Brancati (Catania 095530153). Un’occasione imperdibile per assicurarsi una poltrona e godersi tutta la magia di una stagione variegata e di meraviglia.

Vuoi lasciare un commento?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *