In aumento i furti d’auto nel 2013: dal Dossier LoJack Italia

 

Ogni anno sulle strade italiane si perdono le tracce di quasi 66.000 autoveicoli (180 al giorno, 7,5 ogni ora). Mentre il trend dei furti negli anni resta pressoché stabile, è costante il calo dei recuperi delle auto rubate che lo scorso anno hanno raggiunto la soglia minima del 41% sul totale delle vetture sottratte. Cambia fisionomia il business dei furti che risulta sempre di maggiore interesse per le organizzazioni criminali e muta anche il profilo dei protagonisti: dai “topi d’auto” ai professionisti del furto.

Sono questi i principali indicatori che emergono dal “Dossier annuale sui Furti d’Auto 2013”, elaborato da LoJack Italia, azienda leader nel rilevamento e recupero di beni rubati, che raccoglie e analizza i dati forniti dal Ministero dell’Interno e li integra con quelli provenienti dalle elaborazioni e report internazionali sul fenomeno.
Guardando al dettaglio territoriale, appare evidente come proprio le due Regioni leader della poco virtuosa classifica dei furti, Campania e Lazio, siano anche quelle che registrano un minore tasso di recuperi, rispettivamente 28% e 27%. I cittadini campani e laziali vittime di furto, vedono ridursi al lumicino le speranze di riavere la propria auto.

Tra le Regioni in cui il fenomeno lascia segni particolarmente evidenti, il Veneto e L’Emilia Romagna si distinguono per l’elevato tasso di recupero. In Emilia Romagna, lo scorso anno 2.346 veicoli rubati dei complessivi 3.035 (ben il 77%) sono stati poi recuperati, mentre in Veneto sono stati riconsegnati ai legittimi proprietari 1.564 auto delle 2.081 rubate (75%).
Sud Italia
Nelle Regioni meridionali i furti d’auto sono portati a termine per lo più da  criminali italiani, semplici “topi d’auto” occasionali (soprattutto a Napoli e in Sicilia) o membri di bande organizzate (in Puglia). In queste aree la sottrazione dell’auto viene spesso commessa per disporne per altre attività illecite (ad esempio rapine). Le modalità più tradizionali di furto del veicolo, come la forzatura della portiera o la  rottura del vetro e il successivo cambio della centralina, risultano ancora le più utilizzate in queste regioni. Una pratica particolarmente diffusa a Napoli è la sottrazione del veicolo con rapina, spesso compiuta grazie all’utilizzo di scooter e motorini.

Una volta sottratte ai legittimi proprietari, le vetture vengono sottoposte a un attento esame, alla ricerca di eventuali sistemi di antifurto da mettere fuori uso e spesso poi fatte a pezzi nel giro di poche ore.
A essere oggetto delle attenzioni criminali non sono solo le vetture di lusso, ma anche le utilitarie, soprattutto quelle del costruttore nazionale.
Centro-Italia
Nelle regioni centrali sono particolarmente attivi i criminali provenienti dall’Est Europa, ladri saltuari o braccia operative di organizzazioni con sede in Ucraina e Romania che trasportano le vetture rubate sulle rotte dei traffici internazionali (Est Europa, Africa Settentrionale o Paesi Arabi).
Una consistente fetta del business criminale viene gestito direttamente anche da organizzazioni criminali provenienti dalla Campania che considerano il Lazio, e Roma in particolare, un prezioso bacino di vetture cui attingere per i mercati stranieri. In tale ottica la vicinanza al porto di Civitavecchia risulta di importanza strategica.
Nord-Italia
Nelle regioni del Nord Italia sono particolarmente attivi sia i connazionali che malviventi dell’Europa dell’Est e nord africani, ma inseriti in organizzazioni ben strutturate in cui ciascuno occupa un ruolo specifico nel business del traffico internazionale di vetture (chi ruba, chi bonifica, chi trasporta il veicolo verso l’Est Europa, i paesi dell’Africa settentrionale e quelli Arabi).
Molto attive in quest’area sono le principali organizzazioni criminali che considerano le regioni settentrionali una preziosa rampa di lancio per le vetture rubate in Italia verso traffici internazionali.
Si tratta di veri e propri professionisti del furto d’auto, dotati di strumenti tecnologici per mettere a segno i colpi e con relazioni molto radicate anche nel sistema economico.

Due gli strumenti hi-tech più utilizzati per il furto in queste regioni: il jammer, dispositivo in grado di bloccare il segnale satellitare lanciato da eventuali antifurti e le apparecchiature per clonare in pochi secondi le chiave delle auto. Una volta rubate, le vetture vengo inserite solitamente su rotte internazionali per essere poi utilizzate in vari modi.
Un auto si ruba in 9 secondi
Il supporto hi-tech nelle attività di furto è una costante a livello europeo, tanto che ormai gran parte delle sottrazioni di auto nel “vecchio Continente” avviene in modo non tradizionale.
L’effrazione del vetro, il duplicato o la sottrazione della chiave al ristorante o in palestra e lo “scassinamento” della portiera stanno definitivamente lasciando il posto all’utilizzo di nuove, più sicure e rapide tecniche; su tutte i dispositivi elettronici utili a impedire la chiusura delle porte a distanza o i dispositivi in grado di riprogrammare la centralina, e ancora i jammer capaci di mettere fuori uso antifurti satellitari o i device utilizzati per clonare i codici criptati che autorizzano l’apertura e la chiusura delle portiere.

Grazie a questa evoluzione tecnologica, diventa più arduo per le Forze dell’Ordine cogliere sul fatto ladri sempre più rapidi: se, infatti, nel 1993 i tempi per scassinare una vettura prevedevano 9 minuti di laboriosa attività, nel 2011 si è passati a 60 secondi, mentre oggi ne bastano solo 14.

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