Ore contate per i liberi consorzi. Nello Musumeci «Un fallimento la norma di Crocetta» e intanto Aci Castello resta con Catania

Nello Musumeci

Nello Musumeci

Tra poco meno di un mese, esattamente il prossimo 28 settembre, scadono i termini per la creazione dei liberi consorzi dei comuni siciliani, che dovrebbero prendere il posto delle province. Le legge, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 13 del 28 marzo 2014, prevede infatti che “Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i comuni appartenenti ad un libero consorzio, con deliberazione del consiglio comunale adottata a maggioranza assoluta dei componenti, possono aderire ad altro libero consorzio di cui all’articolo 1, che abbia continuità territoriale con il comune interessato”. Il punto è che al momento solo due comuni della provincia di Catania hanno deciso il distacco da Catania: Acireale e Aci Catena.

Una situazione complicata che rischia di complicarsi ancora di più come spiega il leader dell’opposizione, Nello Musumeci: «Ad un mese esatto dalla scadenza fissata dalla legge – ha scritto Musumeci in una nota diffusa alla stampa -, il novanta per cento dei Comuni siciliani non ha ancora deliberato l’adesione ad alcun Libero Consorzio. La norma che sopprime le Province, voluta dal governo Crocetta, si sta rivelando quindi un altro fallimento, dopo il flop del Piano Giovani. Nei Comuni si vive nella incertezza e confusione. Le strade provinciali, l’edilizia scolastica, i servizi ai disabili, le istituzioni culturali da oltre un anno sono lasciati nel più completo abbandono, mentre cresce l’isolamento dei sindaci, che fino a ieri trovavano nella Provincia un interlocutore attento e disponibile».

«Alla ripresa dei lavori parlamentari all’Ars – ha concluso Nello Musumeci – chiederemo la trattazione urgente del nostro disegno di legge di riforma, che prevede la creazione di tre Aree Metropolitane, il mantenimento di nove Liberi consorzi e la elezione diretta del loro presidente. Occorre decidere e intervenire con urgenza: al collasso sociale ed economico la Sicilia non può aggiungere anche quello istituzionale».
Man mano che i comuni prendono le loro decisioni «La delibera del consiglio comunale è trasmessa all’Assessorato regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica per la verifica della legittimità dell’atto e della sussistenza dei requisiti di cui al presente articolo. Accertata la regolarità delle delibere, l’Assessorato forma un elenco delle delibere pervenute, ordinate secondo la data di ricevimento, che è pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana e sul sito istituzionale. In caso di ricevimento nello stesso giorno, precede nell’elenco la delibera del comune più popoloso». Quindi «Decorso il termine di cui al comma 1, il Governo presenta all’Assemblea regionale il disegno di legge di modifica dei territori dei liberi consorzi». Se dunque i comuni non riusciranno a rispettare la scadenza, il Governo non potrà proporre la nuova legge all’Ars e la riforma rischierebbe di fallire.

Il castello normanno di Aci Castello

Il castello normanno di Aci Castello

IL PD NON CI STA. ACI CASTELLO RESTA CON L’AREA METROPOLITANA DI CATANIA

Intanto al Consiglio Comunale di Aci Castello, era arrivata una proposta per provare nuovamente a staccare il comune castelloto da Catania. Poco prima delle elezioni per il rinnovo del sindaco e del consiglio, nella primavera scorsa, la proposta di uscire dall’Area Metropolitana non passò perché non fu raggiunta la maggioranza assoluta richiesta dalla legge. Ma il capogruppo del Pd in Consiglio Comunale, Maurizio Marino, ritiene che «L’adesione all’area metropolitana di Catania rappresenta un’opportunità importante per il comune di Aci Castello non solo per la capacità di attrarre investimenti e risorse ma anche rispetto alla capacita di governance su un territorio più vasto dove tutte le reti individuabili, in una dimensione di scala, divengono più efficaci. Sarà più semplice coordinare le reti di trasporto, le infrastrutture per la mobilità tra cui parcheggi o parcheggi scambiatori nella aree limitrofe per decongestionare il centro cittadino, o ancora – aggiunge Marino – dare vita ad un grande waterfront unico, moderno, sostenibile e attrezzato anche di piste ciclabili per rilanciare il turismo e dunque l’identità di un comune a vocazione turistico-culturale come il nostro che andrebbe a inserirsi in un network capace di competere al meglio con realtà di livello internazionale».
Il Partito Democratico Aci Castello in sinergia con il sindaco di Catania Enzo Bianco ha intenzione di promuovere un dibattito pubblico sul tema “Città metropolitana” e dei vantaggi per il comune rivierasco di aderirvi.

“Non c’è nulla da votare – ha dichiarato Drago -. Per legge Aci Castello fa parte dell’area metropolitana di Catania. Il Consiglio mi ha chiesto con 15 voti favorevoli di non predisporre alcun atto per la fuoriuscita. L’area metropolitana è una grande prospettiva per il nostro comune. E il 12 settembre alle 17.30 il sindaco Bianco, invitato dal Consiglio Comunale, illustrerà i dettagli di questi benefici”.
Mat e Map

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